Le IntervisteTutto Napoli

Napoli tra presente e futuro: le “previsioni” e le voci di dentro. Giornalisti e personaggi rispondono..

Gaetano Brunetti giornalista di Area napoli

“Penso che l’infortunio di Arek Milik sia stato un pò un “Vaso di Pandora” per il Napoli, è vero, ha compromesso, in parte la stagione, visto l’inizio scoppiettante del polacco, ma ha permesso anche di scoprire nuove soluzioni, liberando Insigne e Mertens verso nuovi orizzonti, fino ad allora inediti. Come in tutte le cose ha avuto un pro e un contro, mettiamo in evidenza i pro del brutto episodio, facendo scorrere via le negatività di quel terribile sabato di ottobre.

Il gap tecnico penso si sia ridotto, il Napoli ci è riuscito soprattutto con l’amalgama che ha saputo dare Sarri a questo gruppo, come diceva un vecchio presidente, quella non si compra al mercato. Va ricordato che il gap societario resterà per sempre, basti guardare i consigli d’amministrazione delle grandi e quello del Napoli, snello, tradizionale, old style. Precisiamo, non è detto non sia un bene, come più volte sottolineato dal presidente De Laurentiis. Parlavo soprattutto di gap economico, alle spalle delle altre big italiane ci sono multinazionali molto forti, ma il Napoli può bilanciare con l’amore e l’afflato di un popolo ed una tifoseria che non ha eguali nel mondo. La dimensione del Napoli è quella attuale, ma penso che questa squadra sia pronta per il grandissimo salto”.

A me questa storia del preliminare iattura ha un po’ stancato, per la legge dei grandi numeri, un’italiana chiuderà il play off Champions qualificandosi ai gironi (l’anno prossimo si qualificheranno direttamente le prime quattro, ndr), ne sono sicuro. Già so che la maggior parte dei napoletani abbia messo mano al gesto apotropaico, ma va bene così. Questo Napoli è forte, i preparatori atletici e lo staff azzurro hanno dimostrato di essere di alto livello, basti guardare le ultime partite disputate dalla squadra di Sarri che ha chiuso il campionato con una freschezza fisica entusiasmante, quasi disarmante. Nessuna paura del preliminare, quindi, anche i calciatori hanno maggiore consapevolezza. Poi il pubblico del San Paolo merita di cantare il The Champions una volta più delle altre…”.

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