Paolo Ascierto rifiutò incarichi importanti a Milano e Roma pur di restare a Napoli. Il primario dell’Istituto Pascale deciso a sconfiggere il cancro nella sua città.
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Anche in tempo di Coronavirus il nord Italia dimostra di avere memoria corta quando si parla di eccellenze del sud. Le telecamere, una volta satiriche, di Striscia La notizia hanno tentato di porre al pubblico ludibrio il professor Paolo Ascierto, mandando in onda un dibattito con il professor Galli di Milano. Sorrisini e frasi di sottofondo hanno fatto il resto.
A Napoli intanto i pazienti trattati con il Tocilizumab migliorano e vengono estubati, la Lombardia con la NON -CURA Galli continua a mietere vittime.
Non tutti sanno però che il dottor Paolo Ascierto, primario dell’Istituto Pascale di Napoli è stato insignito del Premio Zanibelli come personaggio dell’anno.
In quella occasione, il luminare napoletano ai microfoni del quotidiano il Mattino rivelò di aver rifiutato Roma e Milano pur di restare a Napoli.
ASCIERTO: HO RIFIUTATO MILANO E ROMA PER RESTARE A NAPOLI
“Ho rinunciato ufficialmente all’incarico all’Istituto tumori di Roma dove ho vinto un concorso. – dichiarò Ascierto – A quel posto ambivano in molti. Ho anche declinato altre allettanti offerte dell’Ieo di Milano.
Se ho deciso di restare è perché credo nel Pascale e nei progetti d’avanguardia che la Regione ha in questo settore”.
“A Milano mi proponevano di guidare processi , che vanno al di là della cura del Melanoma e che si sviluppano nell’ambito del mio principale settore di studio, l’immunoterapia del cancro. Resto a Napoli e guiderò nuove ricerche per sconfiggere il cancro”, Concluse l’oncologo Ascierto.
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Le ultime notizie sull’epidemia da Coronavirus a Napoli
Paolo Ascierto, primario dell’Istituto Pascale, ha il merito di aver curato per primo i malati di coronavirus con il Tocilizumab un farmaco per l’artrite.
Ascierto fu riconosciuto in occasione del premio Zanibelli come ricercatore di punta dell’Oncologia mondiale. Nonostante le tante offerte ricevute decise di rimanere a Napoli, a curare i napoletani.