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Ufficiale, la Campania torna in zona gialla: Napoli rischia quanto visto in Lombardia due anni fa

La Campania torna in zona gialla. Il presidente dell’ordine dei medici di Napoli lancia l’allarme: “rischiamo quanto visto in Lombardia due anni fa”.

In Campania già vige l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, uno dei principali cambiamenti che derivano dal passaggio da zona bianca a gialla. Confermato anche l’obbligo del green pass per i mezzi pubblici nelle città e per i mezzi a lunga percorrenza.
Resterà possibile anche uscire dal proprio comune e dalla regione, e negozi e centri commerciali restano aperti e senza limiti d’orario.
Alla luce del flusso dei dati del monitoraggio di Istituto superiore di sanità (Iss), ministero della Salute e Regioni, il ministro Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che porterà la Valle d’Aosta in arancione e la Campania in zona gialla.

Il passaggio da zona bianca a zona gialla è determinato dal raggiungimento dei tassi di occupazione al 10% per le terapie intensive e al 15% per i reparti ordinari. Inoltre, conta anche l’incidenza del contagio quando supera i 100 positivi alla settimana ogni 100mila abitanti.

Tutti questi parametri sono superati al momento sia dai dati ufficiali (terapie intensive all’11%, i reparti ordinari al 26% e l’incidenza a 1682,60 casi) che da quelli registrati nella ricerca indipendente Gimbe (rispettivamente al 12,2%, al 24,8% e con 3,260 casi).
Cosa cambia in zona gialla

Il presidente dell’Ordine dei Medici  di Napoli lancia l’allarme

Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici del capoluogo campano, al termine di un approfondito, e per molti aspetti drammatico, confronto con i colleghi in servizio nelle principali strutture ospedaliere di Napoli e provincia ha lanciato un disperato allarme:

“La situazione è critica, molto peggiore di quanto possa apparire, abbiamo bisogno di aiuto e ne abbiamo bisogno ora. Roma decida per una misura drastica. Né all’indomani del primo lockdown, né nel corso della seconda e terza ondata la nostra situazione è stata tanto grave, e ora rischiamo di perderne il controllo.

Il dilagare della variante Omicron ha messo in ginocchio ospedali, ambulatori studi medici e rete dell’emergenza, e ciò che emerge oggi è solo la punta dell’iceberg. Entro una settimana o due al massimo, se non si interviene adesso, rischiamo di vedere a Napoli ciò che purtroppo abbiamo visto in Lombardia due anni fa“.

L’enorme capacità infettiva del virus sta facendo ricadere sulle strutture sanitarie regionali un elevato numero di accessi”.

Zuccarelli ha anche affrontato il tema delle aggressioni nei pronto soccorso

A causa del prolungarsi dei tempi d’attesa e dell’impossibilità di prendere in carico le situazioni meno gravi, la tensione è alle stelle. I colleghi che lavorano in emergenza hanno paura. Gli insulti e le aggressioni sono all’ordine del giorno e spesso le guardie giurate non sono in condizione di impedire che dalle parole si passi alle vie di fatto”.

Una situazione potenzialmente esplosiva che, per la prima volta dall’inizio della pandemia, spinge l’Ordine dei Medici di Napoli a chiedere un intervento deciso del Governo affinché vengano adottate decisioni drastiche: “Ciò che si decide oggi avrà effetto a distanza di 10 o 15 giorni. Se vogliamo evitare il peggio è bene che si intervenga subito. Vi prego, non metteteci in condizione di dover applicare il codice nero“. Ha concluso Zuccarelli.

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