Era il 1950, e il Brasile si apprestava ad ospitare per la prima volta un campionato del mondo. Il Gruppo 3 era riservato agli azzurri, detentori del trofeo giocato per l’ultima volta dodici anni prima a causa della seconda guerra mondiale. L’Italia era emotivamente scossa dalla tragedia di Superga che l’aveva privata di nove titolari su undici. La traversata oceanica avvenne via mare, e la nazionale del c.t. Vincenzo Biancone era costretta ad allenarsi sul ponte della nave, con tutte le difficoltà del caso (si racconta che durante gli allenamenti, molti palloni venivano persi nell’Oceano). Il Gruppo azzurro era composto oltre che dall’Italia, anche dalla Svezia e dal Paraguay. L’avventura brasiliana degli azzurri durò poco. Il tempo di una sconfitta contro gli svedesi, e di una vittoria contro il Paraguay, inutile a causa del pareggio tra la Svezia e il Paraguay.
Ai mondiali brasiliani furono invitate 16 squadre. Ma in campo ne scesero solo 13. Si ritirarono Scozia, Turchia e India.
Come abbiamo già accennato prima, i Mondiali del 1950 furono i primi dopo il secondo conflitto Mondiale. Alcuni paesi cercavano con fatica di rialzarsi dalle macerie, e non tutti risposero alla chiamata. La Germania e il Giappone furono escluse a priori, per essere considerati i due paesi responsabili della guerra. L’Italia, così come la Germania e il Giappone, non aveva tutti i ‘requisiti’ per partecipare ai mondiali brasiliani, in quanto durante la seconda guerra mondiale aveva avuto il ruolo di paese ‘aggressore’. Ma l’invito arrivò lo stesso, primo perchè gli azzurri erano i detentori del titolo (per due anni di fila), e secondo perchè, nonostante la guerra, aveva custodito negli uffici della federazione la Coppa Rimet vinta nel 1938.
Viste tutte le problematiche, la FIFA estese l’invito ad altre nazionali, tra queste le Filippine, l’Indonesia e la Birmania che puntualmente declinarono in quanto poco organizzate a livello logistico e probabilmente anche a livello tecnico. Nella lista dei ritiri c’è anche quello della Turchia perchè impossibilitata ad affrontare un viaggio così lungo per arrivare in Brasile. Anche la Scozia diede forfait, perchè offesa dal fatto che non fu inserita fra le teste di serie del torneo e che capitò nel girone dell’Uruguay, futuro campione dell’edizione brasiliana.
Ma il ritiro che passerà poi alla storia, è quello dell’India.
La FIFA estese l’invito anche alla nazionale indiana. Non fu una scelta dettata dal caso, anche perchè l’India qualche anno prima aveva divertito e non poco alle Olimpiadi di Londra. Accettato l’invito, la federazione indiana pose però una curiosa condizione, ovvero chiesero agli organizzatori di giocare scalzi. I capi del calcio indiano giustificarono la richiesta dicendo che i propri atleti, abituati a correre per le strade di Calcutta a piedi nudi, sarebbero andati in difficoltà una volta indossati gli scarpini. Gli organizzatori non vollero sentire ragioni, e negarono il favore, costringendo l’India al ritiro.
La vittoria dell’Uruguay. In Brasile la presero male a tal punto da…
Il Mondiale iniziò tra diverse difficoltà organizzative. C’erano due gironi da quattro squadre. Il Gruppo 3, il girone degli azzurri, era composto da tre squadre a causa del ritiro dell’India. Il Gruppo 4 era composto da sole due squadre, per il ritiro di Scozia e Turchia. Passava la prima di ogni girone, formando così un girone unico con le quattro qualificate, dove la prima veniva considerata campione del Mondo. Il Girone finale era composto da Brasile, Uruguay, Svezia e Spagna. La nazionale uruguaiana vinse il girone. Nell’ultima sfida contro il Brasile, giocata al Maracanà davanti a 203 mila spettatori, capovolse lo svantaggio iniziale ad opera di Friaça, con i gol di Schiaffino e Ghiggia e alzò così al cielo il titolo di campione del Mondo per la seconda volta.
In Brasile non fu presa bene questa sconfitta. Venne proclamato il lutto cittadino, e molta gente, che aveva scommesso somme di denaro sulla vittoria della propria nazionale, cadde in rovina o addirittura si suicidò.