Vittorio Feltri nel suo editoriale su Libero lancia un nuovo attacco al Sud. Una sferzata di parole che di certo non fanno bene all’unità nazionale.
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Non si arrestano gli attacchi continui al Sud da parte dei media del Nord ed in generale delle tv. Mentre ai Tg oscurano totalmente il nome del professor Ascierto e il direttore Senaldi di Libero dice: “Fase 2? Al Sud non hanno fretta, cosa devono riaprire?“, arriva un altro attacco diretto proprio da Feltri di Libero. Nel suo editoriale scrive:
Dopo due mesi di detenzione, cosa mai successa a memoria di vivente, mi sembra normale che i reclusi ne abbiano piene le scatole, non tanto di stare barricati tra le mura domestiche, quanto di non poter lavorare e guadagnarsi il pane che inizia a scarseggiare. Qui al Nord in particolare la gente è impaziente: non riscuote più lo stipendio, i piccoli risparmi familiari si sono esauriti, ovvio che punti a riprendere le proprie attività, questione di sopravvivenza. Non si tratta di correre in strada a suonare il mandolino, bensì di tornare in fabbrica pur con tutte le protezioni che evitino nuovi contagi.
FELTRI ATTACCO AL SUD
Insomma ancora una volta lo stereotipo ha la meglio. Parole utilizzate senza senso e senza alcuna conoscenza del territorio vengono sparate nell’etere, sicuri del fatto che tanto non accadrà mai nulla. Poi magari tra qualche giorno, come hanno fatto già in passate alcuni colleghi, si chiederà scusa e si dirà: “Si, ho sbagliato. Voi non capite io adoro il Sud” oppure: “Mi sono solo espresso male, non volevo offendere”.
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Nonostante nessuno voglia offendere le offese al Sud piovono a valanga, soprattutto in questi giorni, in cui sembra quasi un reato che al meridione il coronavirus non abbia fatto gli stessi danni (in termini di contagi e vittime) rispetto al Nord Italia. L’ennesimo attacco al Sud è arrivato dall’editoriale su Libero di Vittorio Feltri che ha aggiunto:
Attenzione, manutengoli ingordi, a non tirare troppo la corda poiché correte il pericolo di rompere il giochino che fino ad ora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori. Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo. Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata.