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I 10 segreti del Napoli di Ancelotti. Una metamorfosi sul gioco lasciato da Sarri.

I 10 segreti del Napoli. È in atto la metamorfosi preparata in dieci mesi di studio. Cambio drastico di gestione tecnica, pur nel rispetto di quanto Sarri ha lasciato.

DIMARO – La vittoria del Napoli sul Chievo 2-0, ha palesato una metamorfosi tattica degli azzurri. Antonio Corbo su Repubblica analizza  i dieci segreti del Napoli di Ancelotti. Ecco uno stralcio:

IL NUOVO NAPOLI DI ANCELOTTI

Più che nelle parole, si legge nella mente di Ancelotti il nuovo Napoli. Oltre l’invalicabile barriera di elogi per il gioco lasciato da Sarri, la realtà appare dopo i primi venti giorni di lavoro.  Carletto ha spiato il Napoli. Sapeva tutto quando, nello scorso aprile, incontrò De Laurentis a Roma. Poche ore prima aveva rifiutato la nazionale. Lo convinse subito, l’offerta di De Laurentis, subordinata al probabile addio di Sarri.

Perché Napoli? Non una squadra di illustri tardoni del gol da gestire, come aveva sempre fatto; ma uomini di muscoli ed entusiasmi freschi da accompagnare verso i primi traguardi.  Oggi Ancelotti conferma: « Qui mi diverto, e se mi diverto io divento pericoloso». Una frase che illumina il futuro del Napoli.

I DIECI SEGRETI DEL NAPOLI

  1. Fantasia, Il Napoli dei 91 punti seguiva i percorsi obbligati. Si muoveva come un tram sui binari. Passaggio , scambio, scarico sul compagno smarcato . Un tocco, massimo due, e via così. Gioco corto, ritmato, con possesso palla e sviluppo a sinistra ,taglio a destra negli spazi lasciati vuoti dalla difesa spiazzata. Oggi c’è spazio per la fantasia. Si può creare senza percorsi obbligati. Non c’è limite ai dribbling. Anche Ounas sembra rinato. Gioco più asciutto, meno ripetitivo, pazienza se sarà meno bello.
  2. Prima Punta . Nel 4-3-3 di Sarri la punta centrale Mertens arretrava per creare spazi liberi al centro e poi ripresentarsi in area. Il movimento di Higuain. Il Napoli schiera adesso un attaccante di peso: Milk o Inglese. Piacciono entrambi.
  3. Esterni. Cambiano le posizioni di Insigne e Callejon. Convergono da secondo centravanti. L’ampiezza è assicurata dai difensori che partono più avanti e cercano la profondità. Un classico 4-3-2-1.
  4. Regista. È Hamsik ad avviare l’azione, non più Jorghino, il solo che Ancelotti abbia liberato. Per tutti gli altri, c’è il patto della conferma.
  5. Motori. A centrocampo funzionano i mediani a pieno ritmo. Si fermano se i difensori esterni avanzano. Attaccano se scattano le coperture ai lati. Fabian e Zielinski possono inserirsi e scambiarsi le zone per evitare controlli ferrei.
  6. Turnover. Fine della divisione tra titolari e ricambi, come con Mazzarri e Sarri. Giocheranno tutti, senza gerarchie nè malumori. Va in campo chi è più fresco ma anche idoneo per il tipo di avversari.
  7. Stress. Nessuna allusione al passato, ma giocheranno tutti, in modo che nessuno arrivi stanco per gli sprint di primavera. Hamsik, Callejon e Mertens sono esempi da non ripetere. Le conferme estreme hanno sempre un prezzo.
  8. Panchina. Mai più giocatori inchiodati in panchina e disillusi. Ancelotti darà quindi spazio anche a Diawara in alternativa ad Hamsik, ma soprattutto a Rog «che ha uno strapotere fisico».
  9. Scommessa. Possono essere gli acquisti virtuali dell’estate 2018: Zielinsky, Diawara, Rog, oltre a Onaus. Se davvero esplodono, ecco una scommessa da oltre 100 milioni. Interessante anche lo spazio per Inglese. Conquista consensi. Un errore respingerlo nello scorso gennaio.
  10. Mercato. L’intesa è una novità. Ancelotti parla chiaro: gli sta bene l’attacco, non chiede top player, aspetta un laterale destro. Una frase va segnalata: «Per eventuali acquisti, sto valutando con la società» . Finalmente l’intesa che mancava. Creava equivoci, lesioni, sospiri.
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