Bellinazzo: Il Napoli ha fatturato una cifra incredibile.Ora le plusvalenze non bastano più. Manca la volontà di De Laurentiis.
- De Laurentiis secondo Bellinazzo fa parte del Club dei Patriarchi.
- Il Napoli ha chiuso il 2017 con l’impressionante bilancio di 308 milioni.
- In serie B la società di De Laurentiis fatturava 41 milioni.
- Senza Champions o plusvalenze il Napoli sarebbe stabilmente in rosso.
- De Laurentiis ha archiviato nove bilanci in utile, incassando 1,7 miliardi con 112 milioni di profitti.
- Dalla stagione 2010/11 il consiglio di amministrazione del Napoli, formato dal presidente, dalla moglie, dai tre figli e da Andrea Chiavelli, ha percepito emolumenti per 24 milioni.
MILANO- Il giornalista del Sole 24 ore Marco Bellinazzo, nel suo ultimo libro: ”
La fine del calcio italiano. Perché siamo fuori dai Mondiali e come possiamo tornarci da protagonisti” ha parlato anche del Napoli e della gestione economica-Finanziaria di Aurelio De Laurentiis. Ecco uno stralcio:
I CLUB DEI PATRIARCHI
Sulla sponda opposta dell’universo calcistico della penisola si affollano gli altri club, monopolizzati dai proprietari-amministratori. I connotati dei club patriarcali restano preponderanti anche nelle realtà più dinamiche: una catena di comando ridotta all’osso, entrate assorbite in prevalenza dalle esigenze della rosa e trading di calciatori come unica risorsa o quasi per non ricorrere costantemente all’azionista. Due esempi lampanti sono il Napoli di Aurelio De Laurentiis e la Lazio di Claudio Lotito.
L’IMPRESSIONANTE BILANCIO 2017: 308 MILIONI
Tutta la forza e le fragilità del Napoli sono rappresentate dall’impressionante bilancio chiuso al 30 giugno 2017. L’esercizio ha fatto registrare profitti per 66 milioni, mentre il fatturato è salito a quota 308 milioni. Ma questi numeri sono il frutto di due fattori congiunturali: il calciomercato, con plusvalenze totali per 104,4 milioni (l’addio a Gonzalo Higuaín ne ha assicurati 86); e la partecipazione alla Champions 2016/17 condivisa con la sola Juventus, considerata l’eliminazione ai playoff della Roma, da cui sono arrivati 66 milioni.
BIGLIETTI E DIRITTI
Gli incassi ricorrenti della società partenopea, invece, sono stati pari a 124 milioni: i diritti tv nazionali hanno portato in cassa 71 milioni, il botteghino 19,7 milioni e il perimetro commerciale (sponsorizzazioni, pubblicità, royalties, diritti radiofonici e diritti d’immagine) 32,8 milioni.
DE LAURENTIIS IN SERIE B FATTURAVA 41 MILIONI
Se nella stagione 2006/07, durante il campionato di Serie B, il fatturato del club era pari a 41 milioni e nel primo anno del ritorno in A è cresciuto a 88 milioni, in seguito il giro d’affari ordinario (diritti tv nazionali, botteghino e area commerciale, senza conteggiare le plusvalenze e gli introiti europei) è rimasto stazionario sui 130/140 milioni.
SENZA CHAMPIONS O PLUS VALENZE IL NAPOLI SAREBBE IN ROSSO
I ricavi su cui il Napoli può fare affidamento con ragionevole certezza ogni anno sono assolutamente insufficienti per compensare l’incremento delle spese.
Per mantenere l’organico la società spende oltre 160 milioni (e non sono ancora conteggiati i rinnovi di Insigne e Mertens firmati nell’estate del 2017 che, incluse le imposte, valgono all’incirca altri 20 milioni a stagione), cioè 20 milioni in più di quanto non incassi in maniera strutturale.
In altre parole, senza Champions o plusvalenze il Napoli sarebbe stabilmente in rosso. Ecco spiegata la necessità di tenere al minimo tutti gli altri costi operativi e l’assenza di una vera progettualità – ricamata intorno alla visibilità internazionale donata dal gioco espresso dal team del tecnico dell’ex Maurizio Sarri. È questo il tallone d’Achille dell’era De Laurentiis, altrimenti encomiabile.
IL NAPOLI HA UN PATRIMONIO NETTO DI 122 MILIONI E NON HA DEBITI CON LE BANCHE
D’altro canto, la società, tornata in Serie A, oltre a impreziosire la bacheca con tre titoli (due Coppe Italia e una Supercoppa), ha archiviato nove bilanci in utile, incassando 1,7 miliardi con 112 milioni di profitti e a fine giugno 2017 detiene un patrimonio netto pari a 122 milioni, senza debiti con le banche. Un unicum nel panorama italiano.
MANCA LA VOLONTÀ’ DI DE LAURENTIIS PER MIGLIORARE IL NAPOLI
Il Napoli potrebbe dunque avviare un’iniziativa immobiliare senza grosse incognite. Erigere un centro sportivo di qualità comporterebbe un costo di una cinquantina di milioni e al massimo una decina di milioni all’anno per le spese correnti, ma irrobustendolo con una rete di osservatori di livello, il Napoli avrebbe tutte le potenzialità per diventare l’hub del calcio giovanile nel Mezzogiorno. Se non si procede in questa direzione è probabile perciò che manchi la volontà del presidente di impegnarsi a lungo termine.
CHI SONO GLI AZIONISTI DEL NAPOLI
Gli azionisti del Napoli (Filmauro Srl al 99,8%, del cui fatturato il club costituisce ormai più dell’80% e Aurelio De Laurentiis allo 0,2%) non hanno mai preso dividendi, è anche vero che dalla stagione 2010/11 il consiglio di amministrazione del Napoli, formato dal presidente, dalla moglie, dai tre figli e da Andrea Chiavelli, ha percepito emolumenti per 24 milioni.