Corriere dello Sport: “Napoli, la ballata di Rom e Jack”

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Questione di anime e cuori che battono forte, fino all’apice dell’emozione al minuto 95, quando Ndour svirgola un tiro che poteva regalare il pareggio alla Fiorentina e il Maradona esplode di gioia, insieme ai giocatori azzurri e alla panchina. Come evidenziato da Fabio Mandarini sulle pagine del Corriere dello Sport, questa scena riassume alla perfezione la stagione della squadra di Antonio Conte: un dominio costante, una produzione offensiva imponente, ma una finalizzazione che spesso lascia a desiderare, costringendo il Napoli a finali al cardiopalma. Stavolta, però, il risultato è arrivato: il 2-1 sulla Fiorentina pone fine a un digiuno di vittorie lungo cinque giornate e consente di restare a -1 dall’Inter, mantenendo anche l’Atalanta a distanza.

Obiettivi e squilibri

Il Napoli è pienamente in corsa per lo scudetto, una candidatura rafforzata dall’intensità con cui la squadra ha spinto fino all’ultimo istante. Tuttavia, non si può ignorare un aspetto preoccupante: 11 tiri nello specchio su 19 tentativi e appena 2 gol, contro i 2 tiri nello specchio della Fiorentina su 7 totali, che hanno comunque portato a una rete. Uno squilibrio pericoloso, mitigato da una fase difensiva attenta che ha evitato una rimonta che sarebbe stata ingiusta per quanto visto in campo. Per la Fiorentina, invece, il momento resta critico: quattro sconfitte nelle ultime cinque di campionato (cinque nelle ultime sei considerando la Conference League). La zona coppe si allontana, con la Roma che prende il largo, e giovedì, nel ritorno degli ottavi contro il Panathinaikos, servirà una notte da batticuore.

Il dominio azzurro

Sia Conte che Palladino scelgono il 3-5-2, con il primo che affianca Gilmour a Lobotka e il secondo che rilancia Gudmundsson titolare dopo sette partite. Ma il primo tempo è totalmente azzurro: intensità nelle due fasi, pressione costante e Fiorentina in difficoltà, passiva e mai pericolosa, eccezion fatta per un colpo di testa alto di Kean su assist di Fagioli. Come sottolineato da Mandarini nel Corriere dello Sport, il Napoli costruisce occasioni su occasioni, con il gioco orchestrato dai due play e supportato dagli inserimenti degli esterni. McTominay e Lukaku dominano in area, contribuendo al 60% di possesso palla e a una produzione di 11 tiri, di cui 7 in porta. Ma se non fosse per l’errore di De Gea sulla respinta del tiro di McTominay, sfruttata da Lukaku per l’1-0, la squadra di Conte avrebbe rischiato di chiudere il primo tempo senza gol. Il belga non solo segna, ma ispira anche il raddoppio di Raspadori e lavora perfettamente di sponda: quando il centravanti fa la differenza, tutto diventa più semplice.

L’errore che poteva costare caro

La partita sembrava sotto controllo, con il Napoli dominante nei duelli (60.9% vinti a terra e 57.1% nei contrasti aerei) e con una pressione alta che ha indirizzato il match. Tuttavia, l’incapacità di chiudere la partita ha rimesso in corsa la Fiorentina: il possesso palla viola cresce al 63.5%, e Gudmundsson accorcia le distanze con un bel tiro da fuori su assist di tacco di Kean. Il Napoli non rischia particolari pericoli, ma il piano di chiudere il match in contropiede sfuma per gli errori al tiro, come quello clamoroso di Simeone al 92’, lanciato a tu per tu con De Gea. Il tutto porta all’ultima azione del 95’, con il tiro svirgolato di Ndour e il sospiro di sollievo di un Maradona in festa.