Gazzetta dello Sport: Dal “morto” alla coppa: Napoli rinato, Conte torna a casa da vincente”
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Tornare a casa dopo aver incrociato il Bologna è tutta un’altra storia. A novembre, dopo la caduta del Dall’Ara, Antonio Conte parlò del suo Napoli come di «un morto da accompagnare» e si chiuse nel silenzio. Oggi, dopo il 2-0 al Bologna nella finale di Riad, il tecnico rientra con la Supercoppa Italiana in braccio e con un Napoli mai così vivo. Lo sottolinea la Gazzetta dello Sport, raccontando una metamorfosi profonda, tecnica e mentale.
Non c’è più nessun morto da accompagnare, semmai qualcosa che sta per nascere. Per i campioni d’Italia è già Natale, e lo è proprio grazie a quella caduta di Bologna che ha imposto un esame di coscienza durissimo. Da lì nasce il Napoli di Riad: nuovo assetto tattico, 3-4-2-1, esterni offensivi rimessi al centro del progetto e una circolazione di palla tornata pulita e fluida, come evidenzia la Gazzetta dello Sport.
Il cuore della partita è tutto nella qualità e nella verticalità. Lobotka orchestra, Hojlund lavora spalle alla porta e smista con continuità, anche contro un difensore aggressivo come Heggem. A destra la cooperativa Di Lorenzo–Neres–Hojlund funziona a memoria. Il primo squillo arriva già al 9’, poi Elmas spreca, McTominay sfiora, finché al 39’ una distrazione imperdonabile del Bologna su rimessa laterale apre la strada al capolavoro di Neres: controllo, mira e sinistro a giro all’incrocio. Un gol che indirizza la finale, come racconta la Gazzetta dello Sport.
Il Bologna prova a reagire, ma è solo un lampo. Orsolini e Cambiaghi incidono poco, Castro non entra mai in partita, la regia si spegne. Nella ripresa Italiano cambia volto alla squadra, ma il Napoli risponde con autorità. L’errore clamoroso di Ferguson sul possibile 1-1 pesa come un macigno e apre la strada al 2-0: Ravaglia e Lucumí sbagliano, Neres ringrazia e chiude i conti con un cucchiaio che certifica la notte fonda rossoblù. Ancora la Gazzetta dello Sport sottolinea come il Napoli sia stato più vicino al terzo gol che il Bologna al primo.
Il simbolo di questa rinascita è proprio Neres. Non solo per la doppietta, ma per il secondo gol, ancora più significativo del primo: pressing feroce, palla scippata a Lucumí e scavetto. Un gesto che racconta un giocatore diverso, “contizzato”, capace di lavorare anche senza palla, su tutta la fascia. Come Politano, come Hojlund, incontenibile. E nella parola “incontenibile”, osserva la Gazzetta dello Sport, sembra esserci dentro lo spirito di Conte.
Il parallelismo è chirurgico: 2-0 al Dall’Ara, 2-0 a Riad. Rimozione totale del trauma. Terza Supercoppa Italiana per il Napoli e terza per Conte, che chiude il cerchio dei dieci trofei da allenatore. Ma soprattutto, in un anno post-scudetto che lo spaventava, il Napoli ha già vinto di nuovo. Con un altro capolavoro gestionale, ha riportato in vita una squadra data per morta e ha rilanciato ambizioni e ottimismo.
Il Bologna esce deluso ma non ridimensionato: due finali nello stesso anno solare restano storia. Anche per i rossoblù, conclude la Gazzetta dello Sport, può essere comunque un Natale di festa.
