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Un tassista romano racconta la generosità di totò

Un tassista romano racconta la generosità di Totò. Il principe De Curtis con un gesto nobile mi ha fatto capire tutto il cuore dei Napoletani.

di: Alfredo Guarino e Francesco Pollasto

Totò è stato indubbiamente l’attore (in cinema) di maggior durata, il solo tra gli attori del Novecento a oltrepassare il suo tempo e a parlare, peraltro in modi diversi e ancora da indagare, al mutare del gusto e all’avvicendarsi delle generazioni.

Arriva la proposta: Dedicare piazza Garibaldi a Totò.

Gli altri, anche i più grandi – la Magnani e Fabrizi, la Valli e Nazzari, Sordi e la Loren, la Mangano e Mastroianni, Gassman e Tognazzi – hanno avuto i loro momenti di gloria, ma sono oggi, perfino Sordi che fu il più grande dopo Totò, monumenti allo ieri, hanno perso attualità e importanza.

Il mondo cambia e li lascia da parte, così come fa con i politici e i “grandi” giornalisti, ma non con i veri scrittori, con i veri artisti.

Un tassista romano racconta la generosità di Totò

Poco tempo fa a  Roma il tassista, avendo compreso che ero napoletano, mi ha raccontato quel che gli era accaduto con Totò, quando da piccolo lavorava in un’osteria.

Totò gli chiese come mai a quell’età non fosse a scuola e lui rispose che, perso il padre e avendo la madre più figli, aveva deciso di lavorare per aiutare la famiglia. A quel punto Totò gli chiese il nome.

Alla risposta, si finse debitore del padre e, intimando al ragazzo di non rivelare a nessuno il suo debito, estrasse dei biglietti da 10.000lire, in modo che la madre potesse estinguere il debito. Il tassista mi ha detto di aver compreso così il cuore dei napoletani.

TOTO’ SI CONFESSO’ A CUORE APERTO CON LA FALLACI, DISSE COSE CHE NON HA MAI PIU’ RIPETUTO.

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