Cultura Napoletana

Sant’Antonio Abate e i «Fucarazzi». Nel «Buvero» si celebra il rito

Sant’Antonio Abate e il rito dei «Fucarazzi». L’antico rituale del «Buvero» dove si trova la chiesa dedicata a questo Santo.

Di: Antonello De Giase

Il rito dei «Fucarazzi»

NAPOLI  tenta di catalizzare l’attenzione con un unico grande falò sulla spiaggia della Rotonda Diaz, con un grande spettacolo offerto da NAlbero ai napoletani. Un modo per esorcizzare il rito dei «Fucarazzi» cippi di legno fatti per lo più con alberi di Natale rinsecchiti e rubati un po’ ovunque da bande di ladruncoli che si cimentano ogni anno nella gara a che ne raccoglie di più.

È questa la parte più barbara di una antica usanza con cui Napoli omaggia il giorno di Sant’Antonio Abate, il frate che, si racconta, rubò il fuoco al demonio.

Nel «Buvero» si celebra il rito

Il rito si celebra soprattutto nel «Buvero» che porta il nome di Sant’Antonio, tra piazza Carlo III e i Tribunali e alla Sanità. Anticamente nel “buvero ‘e Sant’Antuono”, dove si trova la chiesa dedicata a questo Santo, avveniva e avviene la processione al termine della quale si benedivano gli animali domestici (Sant’Antonio è anche protettore degli animali).

Questa processione però era anche l’occasione per disfarsi di tutte le cose rotte ed inutili di casa. Ragazzi con un carretto passavano sotto i balconi e gridavano “menate, menate” e dai palazzi venivano gettati tutti gli oggetti rotti o inutilizzati, che al quel tempo erano solo di legno come forchette, piatti, bicchieri.

Infatti il metallo e il vetro era un lusso che la stragrande maggioranza dei napoletani non poteva permettersi. Alle sette di sera poi si preparavano con questi oggetti grosse cataste di legno e gli si dava fuoco ed ecco i famosi fuochi o “Fucarazzi”. Poichè nel buio assoluto erano belli da vedere … man mano questa usanza si espanse pr tutta la città ed oltre.

Alcuni studiosi affermano che tale fuoco può essere ricollegato sia all’azione del Santo contro il male sia alla guarigione dalle malattie.

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