A San Giovanni a Teduccio si lotta per due scudetti: quello del Napoli e quello del murale di Maradona

A San Giovanni a Teduccio si lotta per due scudetti: quello del Napoli e quello del murale di Maradona

Nel cuore di Napoli Est, San Giovanni a Teduccio si prepara a vivere un weekend da brividi. Domenica sarà una giornata di attesa e speranza per due motivi: il primo è lo scudetto che il Napoli di Antonio Conte sogna di conquistare; il secondo è la battaglia civile e culturale per salvare il murale di Diego Maradona realizzato da Jorit sulla stecca di Taverna del Ferro.

Come racconta Gennaro Di Biase su Il Mattino, in questa primavera il quartiere si muove sospeso tra calcio e identità, tra fede sportiva e memoria popolare. «Se preferisco che resti il murale o che il Napoli vinca lo scudetto? Entrambe le cose», dice Teresa Pezzella, 35 anni, barista di Taverna del Ferro. Le sue unghie sono già dipinte d’azzurro, con “’o curniciello”, “Napoli1926” e il “10” di Maradona.
Il murale minacciato dalla rigenerazione urbana

Il murale, divenuto negli anni simbolo di riscatto per tutta l’area orientale della città, rischia ora di sparire insieme agli edifici in fase di abbattimento per la costruzione di nuovi alloggi. «Ufficiosamente ci hanno detto che andrà a terra», spiega ancora Teresa. Ma dal Comune arriva una parziale rassicurazione: la vicesindaca e assessora all’Urbanistica Laura Lieto ha annunciato che si sta lavorando a una soluzione per salvare l’opera di Jorit, riconoscendone il valore identitario per l’intero quartiere.

Intanto, domenica a San Giovanni verrà allestito un maxischermo in piazza per assistere alla partita delle 18 tra Torino e Inter e, subito dopo, a Napoli-Genoa. Due match che potrebbero decidere il destino tricolore del club partenopeo. E anche se il silenzio è intenso quanto la speranza, il quartiere si prepara con orgoglio: bandiere, striscioni, maglie personalizzate.
Fede laica e sacralità popolare: ogni zona ha il suo Maradona

Come scrive Il Mattino, ogni quartiere ha il suo Diego: San Giovanni, i Quartieri Spagnoli, la Sanità, Soccavo. «Il lessico calcistico e quello sacro qui si intrecciano», osserva il giornalista. Ed è così che, a San Giovanni, il nome di Maradona ha assunto una dimensione religiosa. «Vado allo stadio da vent’anni – racconta Antonio Salvo, pizzaiolo e titolare di Est Partenope – ma se non arriva la partita-scudetto non organizzerò nulla. Se il Napoli vince, faremo una grande festa in spiaggia».
Un muro per la storia

Davanti al Dream Bar, su strada Boccaperte, campeggiano le foto dei tre scudetti del Napoli, 1987, 1990 e 2023. La quarta, per ora, è assente. Giovanni Esposito, il titolare, lo dice senza giri di parole: «Aspettiamo ancora. Anche se ormai è solo il Napoli che può perdere il tricolore 2025. Speriamo di riempire tutto il muro».

A San Giovanni, la speranza è antica ma vivissima. E mentre si attende il fischio d’inizio, una battaglia parallela continua a infiammare la comunità: quella per evitare che il murale venga abbattuto, e con lui un pezzo di memoria collettiva. Perché in questa parte della città, quando il Napoli sogna lo scudetto, sogna anche la gente.