Le Interviste

L’agente di Hamsik: “Marek disse no alla Juve, il suo amore per Napoli…”

Marek Hamsik disse no alla Juventus, il retroscena svelato dal suo agente Martins Petras che ha parlato anche del rinnovo.

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Hamsik è l’idolo di Napoli, il capitano che ha battuto tutti i record compreso quello di Bruscolotti, non ha mai voluto la sciare la squadra azzurra, rifiutando offerte milionarie. L’Ultima vera bandiera del calcio.

L’agente di Marek Hamsik, Martins Petras ha raccontato alcuni retroscena legati al centrocampista slovacco ai microfoni di radio CRC.

HAMSIK DISSE NO ALLA JUVE

Rinnovo a fine stagione? Non ne abbiamo ancora parlato coi dirigenti, aspettiamo la fine del mercato. Dopo ci siederemo e ne parleremo. In passato Marek è stato vicino al Juventus, la trattativa c’era, ma alla fine ha deciso di restare a Napoli. Tutti i giocatori sono vendibili e bisogna pensare ad ogni offerta, ma la decisione resta al calciatore. Sino ad oggi nessuna offerta è stata più forte dell’amore che Marek prova per Napoli, per i tifosi e per la società. Hamsik vuole restare e giocare con la maglia del Napoli”.

L’INFORTUNIO

Si sta riprendendo, sta già correndo abbastanza veloce e l’ecografia ha detto che è tutto apposto. Presto si reintegrerà con la squadra, ma meglio saltare una partita e tornare al 100% in vista della gara a San Siro”.

CORI RAZZISTI VERSO NAPOLI E KOULIBALY

“E proprio a San Siro Koulibaly potrebbe essere capitano: “Lasciargli la fascia? È un gesto che già ha fatto nella partita contro l’Inter, invece di lasciarla a Insigne l’ha lasciata a lui. Cori razzisti? Spero che le cose non si ripetano, se si dovessero ripetere significa che non abbiamo capito nulla di calcio, ma la vedo complicata sospendere le partite come ha detto Ancelotti.

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C’è tanta pressione coi diritti di immagine per le tv. Tuttavia, se ricapita e nessuno di dovere interviene qualcosa bisogna fare. Nel 2019 queste cose non possono accadere. Anche chiudere gli stadi non sarebbe una soluzione. Dobbiamo prendere esempio da ciò che è stato fatto in Inghilterra. Hanno buttato fuori chi creava problemi e oggi è tutto diverso. Bisogna trovare una regola anche in Italia e non lasciare nulla al caso”.

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