Ferlaino “razzismo? al nord sanno di essere inferiori e ci temono”. Lex presidente del Napoli parla al Mattino del fenomeno portato alla ribalta da De Laurentiis.
Di :Francesco De Luca il Mattino
Ferlaino “razzismo? al nord sanno di essere inferiori e ci temono”.
Corrado Ferlaino, presidente del Napoli per 33 stagioni, ha vissuto sulla sua pelle il razzismo negli stadi.
«Una volta, a Udine, un tifoso dei bianconeri mi sputò in testa per tutta la partita. Pensai: ma quanta saliva ha? Lo ignorai e negli spogliatoi parlai con i giornalisti soltanto della prestazione della squadra».
Ingegnere Ferlaino, quanto è grave la questione razzismo, nuovamente sollevata da De Laurentiis dopo la partita di Champions?
«È un argomento complesso. Anzitutto,va fatta una distinzione tra le metropoli del Nord e le città di provincia. Il fenomeno è molto più forte a Udine, Brescia, Bergamo, Verona. In alcuni luoghi c’è uno storico atteggiamento ostile verso i meridionali perché arrivarono alla ricerca di lavoro, un po’ come oggi accade nei confronti degli extracomunitari.
Io ho vissuto tre anni a Milano e la situazione nella metropoli è differente.
Sono stato“razzista” al contrario, nel senso che frequentavo solo meridionali come l’ex presidente della Federcalcio Sordillo e giornalisti come Palumbo e Cannavò: non “accettavamo”milanesi a cena. Anni dopo, sono stato eletto consigliere della Federcalcio all’unanimità mentre Boniperti, presidente della Juventus, passò a maggioranza».
Il fenomeno esiste e sembra sempre più grave.
«Si parla degli stadi del Nord, tuttavia io ricordo accoglienze particolarmente ostili a Bari e Reggio Calabria per il Napoli e i suoi tifosi: un acceso senso di invidia verso la squadra più importante del Sud».
Come bisogna intervenire, dato che la Federcalcio ha ridotto a irrilevanti multe le sanzioni per la discriminazione territoriale?
«Parlare il meno possibile di queste situazioni per non dare importanza a una minoranza che può trasformarsi in maggioranza, se appunto viene accreditata. In passato, difronte a a questi attacchi, abbiamo saputo dare sublimi risposte».
Quali?
«Quello striscione nella partita contro il Verona: “Giulietta è‘na zoccola. Chi lo inventò magari neanche sapeva chi fosse Shakespeare, però fu geniale. Reagì con due delle migliori armi dei napoletani: l’intelligenza e l’ironia. Non dobbiamo sentirci umiliati:con queste attenzioni ci viene dato quasi un attestato di superiorità».