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Video: Una commovente Intervista a Luciano De Crescenzo: Il filosofo parla di Napoli e del Napoli

Una commovente Intervista a Luciano De Crescenzo. I  4 dubbi della filosofia, Gesù, Dio e poi  Il filosofo parla di Napoli e del Napoli.

Di: Francesco Pollasto

Commovente Intervista a Luciano De Crescenzo

“Io credo che il dubbio sia il dono più grande che possa avere un uomo”. Questo è uno dei passaggi della commovente Intervista a Luciano De Crescenzo, realizzata dalla Rai.

Il filosofo partenopeo mette a nudo al sua anima, un corpo ormai vecchio nasconde una grande energia.

La fortuna secondo De Crescenzo

Un filosofo che cerede nella fortuna non lo troviamo nel mondo a meno che questo filosofo non sia napoletano, cosi’ De Crescenzo racconta la fortuna: “nella mia vita sono stato stato molto fortunato, potrei raccontare due episodi:

Il primo risale a quando avevo 16 anni c’era ancora la guerra e Mussolini decise che anche i sedicenni dovevano partire per il fronte, io ero pronto e mentre mi accingevo a partire finì la guerra.

Nel secondo invece stavo per sposare Isabella rossellini, lei però dovette partire urgentemente per L’America e non ci siamo più sposati. io oggi voglio bene ad Isabella e lei vuole bene a me se ci fossimo sposati forse ci odieremo”

Il filosofo parla di Napoli e del Napoli

“Menomale che esiste Napoli, racconta De Crescenzo, ogni volta che mi reco nella mia città mi sembra che il mondo migliori e che le persone siano più buone. Uno dei miei ricordi più belli è quando il Napoli vinse lo scudetto”

De Crescenzo  illumina l’anima, la sua napoletanità esplode come i fuochi del Carmine. E’ un maestro di vita e di Napoli, meravigliosa è la metafora del dubbio. E molto realista la sua visione della morte.

Mimando Bellavista

Il filosofo ammette di averne paura, ma più che altro spiega di temere il modo, se potesse scegliere lui preferirebbe morire d’infarto, un buum onomatopeico per psegnere la sua esistenza terrena.

De Crescenzo invita tutti a pensare e distaccarsi .” Pensando mi arrivano le idee, mimando il professor Bellavista. Tutto  quello che ho scritto l’ho pensato la mattina prestoalle sei. Ho cominciato a scrivere un giorno grazie ad un libricino che  non credo che esista più in commercio che si chiamava il nano e l’Infanta di cui non ricordo niente.

Ricordo solo che  una pagina era scritta e un’altra da solo disegnata così mi  è venuta la voglia di scrivere veramente.  Sono contento che alcune cose che ho scritto poi hanno avuto successo”.

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