Ottavio Bianchi l’allenatore degli scudetti parla del Napoli di Spalletti e di Osimhen. L’ex tecnico azzurro: “Società buona, giocatori buoni, allenatore buono”.
BIANCHI SUL NAPOLI DI SPALLETTI
Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli di Ferlaino e Maradona, ha rilasciato alcune dichiarzioni ai microfoni di Radio Marte nel corso della trasmissione “Marte Sport Live”
“Non mi sorprende il Napoli a punteggio pieno, la società ha operato bene mantenendo lo stesso organico mentre le altre hanno cambiato. Poi c’è stata una stagione anomala per via del COVID-19 e per il post Europei e Copa America. Chi ha mantenuto lo stesso organico, con un gioco già collaudato, chiaramente è messo meglio. Società buona, giocatori buoni, allenatore buono, dell’entusiasmo della gente non c’è neanche a parlarne. Non lo dico solo io ma la squadra è una di quelle consolidate che dovevano e potevano fare bene. D’altronde da anni il Napoli è nelle zone alte della classifica.
La comunicazione di Spalletti? Non ho letto ma è un dato di fatto che un professionista di alto livello se ha una buona macchina a disposizione non si nasconda. Lui è consapevole della propria forza e trasmette questa forza alla squadra.
Anguissa come Romano? L’organico per me era già buono, per noi Romano è stato molto importante perché non avevamo alternative in quella zona di campo, era andato via Pecci e lui non ha sentito il salto di categoria. Arrivò di mercoledì e la domenica lo feci giocare, era un ragazzo estremamente intelligente oltre che dotato di qualità tecniche”.
OSIMHEN VA LASCIATO TRANQUILLO
Ottavio Bianchi ha poi aggiunto: “Le mazzate è sempre preferibile non averle, poi però quando hai una buona squadra e devi risorgere lo fai. Il problema sta nelle squadre che non sono abituate a vincere che poi si addormentano un pochino.
Osimhen? Giocatore giovane e interessante, bisogna lasciarlo stare senza molto pressione perché deve migliorare e lo farà senz’altro. Quando si è così giovani in un ambiente particolare come Napoli la cura migliore è quella di vederlo giocare e di aiutarlo nei momenti difficili, oltre a non esaltarsi nei momenti di grande valore. Gli va data la possibilità di sbagliare senza drammi”.