Lecce-Napoli, tra memoria e tensione: il campo sorride, ma fuori è bufera

Negli occhi resta la bellezza: il gol a giro di Raspadori, il primato riconquistato, il blu vivido della tifoseria napoletana che colora il Via del Mare. Ma questa è solo metà della storia. Perché Lecce-Napoli è stata anche tensione, scontri, disorganizzazione e proteste. Una partita che ha unito e diviso, che ha mostrato l’anima luminosa del calcio e quella più cupa, come racconta Gennaro Arpaia su Il Mattino.
L’omaggio a Graziano Fiorita
Prima del calcio d’inizio, lo stadio si è fermato per ricordare Graziano Fiorita, lo storico fisioterapista del Lecce, scomparso pochi giorni fa. Le squadre si sono strette in cerchio, unite davanti al suo zaino sanitario. Antonio Conte ha deposto un mazzo di fiori davanti alla panchina salentina, seguito dal vicepresidente Edo De Laurentiis. Un gesto semplice, ma potente. “Era giusto che fosse lui a entrare per primo”, aveva detto Conte già a Torino. Le due curve del Napoli, con fiori e silenzio, hanno fatto il resto. Un momento che ha restituito dignità a un ambiente altrimenti scosso da rabbia e caos.
Scontri, fumogeni e polemiche
Ma la giornata non era iniziata bene. Come riporta ancora Arpaia su Il Mattino, l’impossibilità di assegnare 701 biglietti ai tifosi del Napoli a sole 48 ore dalla partita ha generato tensioni. Circa un centinaio di sostenitori azzurri sono arrivati a Lecce senza biglietto e hanno tentato di forzare l’ingresso al settore ospiti, che è stato immediatamente chiuso. L’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio, ma lo scontro fisico – anche tra tifosi della stessa fazione – è stato inevitabile.
Pochi minuti dopo, la curva del Lecce ha acceso petardi e fumogeni, costringendo l’arbitro a sospendere la partita per cinque minuti. Protesta chiara, simile a quella vista a Bergamo: contro una Lega considerata insensibile, colpevole di aver costretto la squadra a giocare pochi giorni dopo un lutto così pesante. Gli striscioni – durissimi – sono comparsi in ogni settore dello stadio. Una rabbia condivisa, che per una volta ha unito tifoserie diverse sotto la bandiera del rispetto.
Rischio trasferta a Parma
Le conseguenze potrebbero arrivare già martedì. L’Osservatorio per le manifestazioni sportive valuterà se permettere o meno la trasferta dei tifosi napoletani a Parma, ultima gara esterna della stagione e potenzialmente decisiva per lo scudetto. L’onda lunga degli scontri a Lecce rischia di togliere ai partenopei un sostegno fondamentale in Emilia, dove migliaia di tifosi azzurri del Nord Italia erano già pronti a radunarsi.
Il campo resta una certezza
In tutto questo, resta il campo. E lì, il Napoli continua a essere squadra: compatta, efficace, determinata. La punizione di Raspadori è stata un gioiello, e il primato in classifica è ora più saldo che mai. La vera sfida, da qui alla fine, sarà mantenere questo equilibrio. Evitare che il fuoco fuori dal rettangolo rovini ciò che dentro è stato costruito con sudore e dignità.
Lo scudetto è vicino. Ma serve l’impegno di tutti – tifosi, società, istituzioni – per non sporcarlo proprio adesso.