Conte, un profeta del Sud: può diventare il primo tecnico meridionale a vincere lo scudetto con una squadra del Sud
Un tricolore che avrebbe il sapore di un’impresa storica. Se il Napoli dovesse riuscire a conquistare lo scudetto in questo rush finale, Antonio Conte entrerebbe nella leggenda del calcio italiano non soltanto per l’ennesimo titolo in carriera, ma per un primato unico: sarebbe il primo allenatore nato al Sud a vincere lo scudetto con una squadra meridionale. Lo ricorda Fabio Mandarini sulle colonne del Corriere dello Sport, sottolineando il forte valore simbolico di un successo che unirebbe la Campania e la Puglia, Napoli e Lecce, in una sinergia mai vista prima ai vertici del calcio nazionale.
Un’eredità d’élite, tra Bianchi, Bigon e Spalletti
Sarebbe il quarto tricolore nella storia del Napoli, dopo quelli firmati da Ottavio Bianchi, Albertino Bigon e Luciano Spalletti. Tre tecnici del Nord – da Brescia, Padova e Certaldo – che hanno scolpito la propria firma nella storia del club: con Maradona e Careca i primi due, con Osimhen e Kvaratskhelia il terzo, capace di spezzare un digiuno lungo 33 anni.
Ma Conte porterebbe qualcosa in più, un’appartenenza mai vista prima, «un sentimento sconosciuto agli altri per forza di cose, diciamo per diritto di nascita», scrive Mandarini. Il tecnico salentino ha infatti dichiarato fin dai primi giorni quanto fosse onorato di guidare «la squadra più rappresentativa del Sud da uomo del Sud».
Un successo forgiato tra difficoltà e cuore
Se si guarda al percorso, quello di Conte è stato sinora tutto settentrionale: ha vinto ovunque, ma tra Torino, Milano e Londra. Da allenatore ha conquistato tre scudetti con la Juventus, uno con l’Inter, una Premier League col Chelsea. Ma nessuno dei suoi trionfi avrebbe lo stesso valore simbolico e sociale di un successo a Napoli.
Anche perché, come sottolinea ancora il Corriere dello Sport, Conte sta provando a scrivere questa pagina senza stelle. Ha iniziato il campionato senza Osimhen, ha perso Kvaratskhelia a gennaio, eppure guida un gruppo che – pur con pochi ricambi – mostra attributi da grande squadra: testa da scacchista, fisico bestiale e cuore caldissimo.
Una squadra scolpita nel fuoco e nel granito
«Il Napoli di Conte sembra costruito a Sparta – scrive Mandarini – e invece è un prodotto Made in Sud». Non c’è Maradona, non ci sono le magie di Careca, né i gol di Cavani o Higuain. Ma c’è una mentalità che ha ribaltato il post-scudetto più complicato della storia recente, tra crolli emotivi e scetticismo.
Con tre giornate al termine e tre punti di vantaggio sull’Inter (77 a 74), l’obiettivo non è più solo aritmetico: è identitario. Una stella personale, una rivincita collettiva, un trionfo che riscriverebbe non solo la storia del Napoli, ma anche quella del calcio italiano.
Conte, profeta del Sud. E forse, il più atteso di tutti.
