Il professor Vincenzo Mirone, responsabile dei tamponi della SSCN e Ordinario di Urologia alla Federico II parla a Radio Marte.
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Il focolaio covid scoppiato al Genoa sta facendo salire l’attenzione anche in casa Napoli che oggi si sottoporrà al primo ciclo di tamponi. I giocatori azzurri già subito dopo la partita sono risultati negativi, ma questo potrebbe non bastare. Sulla questione è intervenuto Vincenzo Mirone, Professor Ordinario di Urologia dell’Università Federico II, responsabile scientifico della consulta medica e degli screening attraverso tamponi Covid-19 per lo staff ed i giocatori del SSC Napoli.
I nostri colleghi stanno andando a Castel Volturno, sarà fatto questo primo giro di tamponi in giornata con risposte domani. Venerdì avremo un altro giro di tamponi, con risposte il sabato. Io non ho sentito Canonico ma la preoccupazione è notevole, durante la partita ci sono stati dei faccia a faccia, come tra Osimhen e Masiello. Attenzione massima. Avendo poi le risposte sabato sarà difficile organizzare la trasferta in casa della Juventus.
Debolmente positivo? Fa un po’ discutere questa dicitura, non abbiamo bene capito. I tamponi sono estremamente precisi, è una situazione ambigua. C’è carica alta e bassa ma il problema è evitare il positivo. Poi quello che conta è il secondo tampone, almeno da noi e con la nostra virologia. In questo caso quindi sarà importante il tampone di venerdì. Laboratorio di Genova può aver sbagliato? Può essere come hanno detto anche i virologi, ma anche il dubbio deve stimolare certezze, specie quando parliamo di partite di calcio e atleti. Ecco perché è fondamentale il doppio tampone a distanza ravvicinata.
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Mirone, tamponi e riapertura degli stadi
Mentre la Lega pensa ad un blocco del campionato per 14 giorni, c’è in ballo anche la decisione di riaprire gli stadi. Una soluzione che non trova d’accordo il professor Mirone: “Calciatori tutti a rischio? A questo punto dovremmo metterli tutti in quarantena e così non riparte il campionato. Il rischio è lo stesso di chi riapre dal lockdown. O si interrompe il campionato oppure si fanno lockdown mirati. Che però distruggerebbero anche l’economia calcio. E’ evidente che a una persona di buon senso che aprire uno stadio al 25% delle persone è una follia. I problemi sono all’ingresso e all’uscita. Come si fanno a fermare 15.000 tifosi davanti al San Paolo? Difendiamo il calcio e aprire gli stadi non è la cosa giusta. In questo momento ci stanno perdendo tutti, anche il calcio. Dopo il primo tampone potremmo già avere delle notizie, decisivo però sarà quello di sabato“.