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Ferrara che emozioni: “Sono andato da Maradona. Ciro ma che ci fai qui?”

Ciro Ferrara è andato racconta emozionato il suo viaggio a Buenos Aires per omaggiare al cimitero Diego Armando Maradona.

Solo qualche giorno fa si è celebrato il compleanno di Diego Armando Maradona, un ricordo per un giocatore favoloso che ha lasciato un grande ricordo anche come uomo.
Ferrara si è recato a Buenos Aires per omaggiare l’ex compagno di squadra al Napoli. A Il Mattino l’ex difensore dice: “Avrei voluto partecipare al funerale del mio amico il 26 novembre di due anni fa ma c’era il lockdown e non era possibile raggiungere l’Argentina. Sono partito da solo per vivere tre giorni di grandi emozioni, 72 ore completamente calato in quello che è stato il mondo di Diego. Avevo accanto Juan Pablo Sorin, ex nazionale argentino e mio compagno per un anno nella Juve“.

Poi aggiunge: “Da dove sono partito? Dalle origini: Villa Fiorito, quel quartiere povero dove nacque Diego. È ancora una zona popolare ma negli anni ‘60 non c’erano neanche le strade. Sono stato poi a Lascano, in quella casa che l’Argentinos Juniors mise a disposizione della numerosa famiglia di Maradona quando firmò per l’Argentinos Juniors: adesso è un museo. E poi il murale più grande al mondo dedicato a Diego, gli stadi dell’Argentinos e del Boca Juniors, poi anche quello del River Plate.
Alla Bombonera, la casa del Boca, avevo partecipato alla sua partita d’addio, unico calciatore italiano. Era il 2001. Quattro anni dopo lui si sarebbe presentato a quella che organizzai io al San Paolo. E poi sono stato al cimitero, grazie a Claudia e Dalma, la moglie e la figlia a cui ho portato non soltanto la mia testimonianza d’affetto ma anche quella di tanti ex calciatori del Napoli e della Juve e di semplici tifosi
“.

e conclude: “Avevo immaginato questo viaggio tante volte, quando era in vita, e avevo sognato un abbraccio a un compagno e a un uomo che ha avuto un ruolo fondamentale nella mia carriera, perché nell’anno del suo arrivo a Napoli fui convocato per il ritiro della prima squadra. Entrando in quel cimitero, ho avvertito un’atmosfera di serenità. Mi è sembrato di vedere il volto di Diego e ascoltarne la voce. “Ciro, ma che ci fai qui?”. Come fosse sorpreso della mia visita. L’ho sentito sereno in quel luogo. Forse si è tolto un peso troppo grande che portava da tanto tempo sulle spalle. E anche io, finito il viaggio in una città dove trovi Maradona ad ogni angolo di strada, mi sono sentito risollevato“.

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