Corriere dello Sport: “Ai piedi di Conte. Napoli minacciato da Juve e Milan”

Nel panorama del calcio italiano, il nome di Antonio Conte è sempre stato sinonimo di soluzioni drastiche. Efficace, diretto, implacabile. Un tecnico che più volte è stato paragonato a Mister Wolf, ma che secondo Massimiliano Gallo del Corriere dello Sport, somiglia ancor più al Doctor House: «scontroso, urticante, ai limiti dell’insopportabile, eppure incredibilmente bravo, scrupoloso, dannatamente efficace». Perché Conte è questo: un luminare per squadre in fin di vita, il chirurgo d’urgenza che, pur con i suoi modi, salva il paziente.
È l’allenatore del nuovo miracolo napoletano, ma anche il più desiderato da Milan e Juventus. Due club in cerca di un nuovo ciclo vincente, e che vedono in Conte l’unico capace di ricostruire dalle fondamenta. Lo ha fatto con la Juventus post-Delneri, con l’Inter reduce da anni bui e, adesso, con il Napoli di De Laurentiis, caduto in una crisi post-scudetto e riportato a lottare per il vertice. Il paragone con Doctor House è calzante: «meglio un medico che ti salva, rispetto a uno che ti tiene la mano mentre muori». Una logica dura, ma vincente.
Gallo sottolinea come anche al Tottenham Conte abbia lasciato un segno indelebile. Non ha vinto, ma ha riportato la squadra in Champions e pronunciato una conferenza stampa ancora oggi considerata iconica in Inghilterra. Perché con Conte non esistono vie di mezzo: arriva, cambia tutto, alza l’asticella, si prende il comando dell’intero club, dal campo alle decisioni societarie. Fino all’inevitabile frattura.
La sua presenza è totalizzante, per molti scomoda, ma il suo curriculum parla chiaro. È l’unico che riesce ad assumere il controllo assoluto e restituire una squadra vincente, anche a costo di scontri e polemiche. Lo fa perché sa come si fa. E se ne va solo quando sente che il ciclo è finito.
A Napoli ha compreso la piazza come pochi. Quelle parole dette in conferenza stampa – «il tifoso del Napoli, se non vinci, sa essere anche cattivo» – sono, come spiega ancora Gallo, una fotografia precisa della città, tra amore e spietatezza, alla Eduardo De Filippo. Un ritratto che solo chi ha intuito profondo della natura umana può tracciare con tale lucidità.
Antonio Conte resta, per il Corriere dello Sport, il più grande interprete della vittoria attraverso il sacrificio. E anche se non è simpatico – come Eduardo, per l’appunto – resta il migliore. Ecco perché, conclude Gallo, stupirsi che tutti lo vogliano è «un esercizio inutile».