Renica: “Ora è tutto cambiato, il Napoli ha tre leader”

Napoli-Real, Renica ricorda: "Noi verginelli, loro abituati. Oggi è diverso"

Da gennaio in poi, Antonio Conte ha ridefinito il DNA del Napoli, costruendo un bunker difensivo che oggi rappresenta la base del sogno tricolore. La trasformazione è cominciata in silenzio, quando l’ex ct ha capito che per restare in corsa sarebbe stato necessario cambiare pelle. Addio alle nostalgie per Kvaratskhelia, largo a catenacci metaforici e a un’identità granitica. Il Napoli non è più quello delle giocate spettacolari di Osimhen e Kvara, ma una squadra compatta, impermeabile, chirurgica.
La miglior difesa d’Europa

Lo raccontano i numeri: appena 25 gol subiti in 33 giornate e 15 clean sheet. Meglio di chiunque altro nei top cinque campionati europei. Conte ha tirato su una linea Maginot con Rrahmani, Buongiorno, Di Lorenzo e gli innesti come Rafa Marin, tutti attori protagonisti di una difesa che ha retto anche in piena emergenza. Neres out, Juan Jesus ko, Buongiorno in dubbio per domenica: eppure il Napoli è lì, in testa con l’Inter, a cinque giornate dalla fine.
La tenacia di Conte, il pragmatismo prima del bel gioco

L’allenatore leccese ha riscritto la narrativa. Non più bellezza a ogni costo, ma concretezza e resilienza. Un sistema adattabile (dal 3-5-2 al 4-3-3) e una capacità quasi scientifica di annullare gli avversari. “Il Napoli di oggi non è quello del passato – scrive Giordano – ma si è guadagnato sul campo il diritto di lottare per lo scudetto”. E anche se ha segnato meno dell’Inter, la solidità difensiva ha tenuto la squadra agganciata al sogno.
Renica: “Ora è tutto cambiato, il Napoli ha tre leader”

L’ex difensore Alessandro Renica, intervistato sempre dalla Gazzetta dello Sport, conferma: “Adesso è cambiata la scena. Il Napoli è in vantaggio, seppur con percentuali minime. Ha resistito all’Inter, l’ha agganciata e si è guadagnato questo diritto”.

Poi sottolinea: “Lukaku, McTominay e Anguissa sono i pilastri, ma è l’intero gruppo ad aver meritato questo finale avvincente. Raspadori e Rafa Marin hanno dimostrato quanto conti la profondità della rosa”.
Emergenze e futuro

Senza Buongiorno e con l’ennesima rivoluzione in attacco (Neres out, Raspadori jolly), Conte dovrà inventarsi ancora qualcosa domenica contro il Torino. Ma è nel DNA di Conte riuscire dove altri falliscono, plasmare uomini e idee, trasformare le difficoltà in energia.

Il countdown verso lo scudetto passa da qui: il Napoli di Conte è pronto a difendere il primato, col cuore e con la testa.