Corriere dello Sport: “Neres e la Seleção: il sogno torna possibile”
Bussa alla porta della Seleção, senza clamore ma con decisione. David Neres ha scelto la strada più difficile e più credibile per rientrare nel radar della nazionale brasiliana: continuità, numeri e incidenza nelle partite che contano. La Supercoppa conquistata dal Napoli porta la sua firma, anzi una doppia firma, pesantissima. E come sottolinea Davide Palliggiano sul Corriere dello Sport, quella prestazione ha riacceso un sogno mai davvero accantonato.
Trentacinque anni dopo Careca, è stato ancora un paulista a illuminare l’accoppiata scudetto-Supercoppa con una doppietta decisiva. Neres lo ha fatto senza proclami, ribadendo concetti semplici anche nell’intervista concessa al Corriere dello Sport alla vigilia della finale contro il Bologna: «In Brasile ci sono tanti grandi giocatori. Io cerco di fare del mio meglio per il mio club». Un messaggio misurato, quasi sussurrato, ma chiarissimo anche per Carlo Ancelotti, commissario tecnico della Seleção.
I numeri rafforzano il peso delle parole. Sei gol e quattro assist in stagione, dieci partecipazioni dirette a una rete: nessuno, nel Napoli, ha inciso di più considerando tutte le competizioni. I sei gol sono arrivati tutti dal 22 novembre in poi, tre soltanto in Supercoppa. Mai, con la maglia azzurra, Neres era andato a segno in due gare ufficiali consecutive. Dati che certificano crescita, centralità e maturità, come evidenzia ancora Davide Palliggiano sul Corriere dello Sport.
Il tema della nazionale ritorna ciclicamente nelle sue dichiarazioni, sempre con lo stesso approccio. «Sogno di migliorare ogni giorno di più. Anche per la nazionale: se fai un buon lavoro quotidiano, il resto verrà da sé». Nessuna pressione, ma piena consapevolezza. Anche perché il calendario offre già una possibile vetrina importante: il 26 marzo 2026 il Brasile sarà negli Stati Uniti per due test di lusso, contro la Francia di Mbappé a Boston e la Croazia di Modrić a Orlando. Occasioni ideali per allargare le rotazioni in vista del Mondiale.
La concorrenza, inevitabilmente, è feroce. Nell’ultima lista figuravano nomi come Estevão, Martinelli, Matheus Cunha, Richarlison, Rodrygo, Vinícius Júnior, Igor Jesus e Luiz Henrique. Talento ovunque, abbondanza cronica. Ma Neres può contare su un vantaggio non scontato: sta incidendo in una squadra che vince, in partite decisive, sotto la guida di un allenatore esigente come Antonio Conte.
Le presenze con il Brasile raccontano una carriera fatta di strappi e attese. L’esordio nel 2019, il gol in amichevole contro l’Honduras, la Coppa America vinta in casa con due presenze nel girone. Poi l’anno magico dell’Ajax di Ten Hag, capace di incantare l’Europa fino alla semifinale di Champions League. Quindi il silenzio, interrotto solo nel 2023 con la panchina contro il Venezuela e i 17 minuti disputati contro l’Uruguay nelle qualificazioni mondiali.
Oggi, a distanza di oltre due anni, Neres è di nuovo lì. Non chiede nulla, non reclama spazio. Segna, decide, aspetta. Forse, come tanti suoi connazionali, resterà davanti alla televisione quando Ancelotti annuncerà le convocazioni di marzo. Ma se continuerà su questa strada, con questa leggerezza feroce, il sogno chiamato Seleção non sarà più soltanto un’idea. Sarà una possibilità concreta.
