Rassegna Stampa

Superlega – De Laurentiis spera di essere invitato, i posti erano quattro per l’Italia: il retroscena

Aurelio De Laurentiis spera ancora di essere invitato alla Superlega, i posti per l'Italia erano quattro e mancano ancora 3 club

Aurelio De Laurentiis e la Superlega un progetto di cui il presidente del Napoli parla da oltre dieci anni. Un’idea che al tempo sembrava assurda, tanto che molti lo avevano sbeffeggiato. Nel 2021 la Superlega è diventata una realtà grazie a 12 club fondatori tra cui spiccano grandissime società come Real Madrid, Liverpool e Manchester United. Insomma il gotha del calcio, quasi al completo, ha deciso di crearsi il proprio orticello privato. Florentino Perez, presidente della nuova Superlega di Calcio, ha detto che la competizione sarà aperta, che i fondatori credono ai valori di sport e meritocrazia. Nonostante tutto le 15 società fondatrici resteranno sempre qualificate, questo perché portano valore alla competizione. Per ora sono ‘solo’ 12 le società fondatrici: ne mancano 3 anche perché per ora Psg, Bayern Monaco e Borussia Dortmund non hanno accettato l’invito.

In totale le squadre di Superlega inizialmente saranno 20 e De Laurentiis spera ancora di essere invitato. Ecco quanto scrive Corriere dello Sport: “De Laurentiis, infine, ha preferito non esporsi. Del resto il presidente del
Napoli era già stato protagonista di diversi attacchi all’Uefa: difficile che proprio adesso si schierasse con l’organismo europeo. Piuttosto, c’è chi immagina che la speranza del numero uno partenopeo sia quella, alla fine, di essere invitato al tavolo della Super Lega“.

De Laurentiis-Superlega: il retroscena

Ma c’è anche un retroscena che svela Repubblica, i posti per l’Italia in Superlega erano quattro.

«Mi hanno rubato l’idea… » , deve aver pensato De Laurentiis. Di sicuro per lui sarà difficile fare fuoco e fiamme contro la nascita della nuova competizione, visto che era stato uno dei primi a lanciare la crociata contro Fifa e Uefa. Inizialmente i posti nella nuova Superlega dovevano essere 4 e forse il numero uno azzurro (che pareva in
concorrenza con la Roma per completare il poker) non ritiene chiusa la partita. Adl aveva inoltre appena lavorato al fianco di Agnelli nella lunga battaglia per la cessione dei diritti tv e sulla questione dei fondi.

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