Non solo il calcio: anche il tennis italiano nel caos scommesse | Si teme un nuovo caso Sinner

Sinner (ilgiornale) - napolipiu
Dopo i casi Tonali e Fagioli, ora spunta anche il nome di un tennista: lo sport italiano trema.
Il mondo dello sport tricolore è di nuovo nella bufera. Dopo mesi turbolenti segnati dai casi di scommesse illegali nel calcio, con i nomi altisonanti di Tonali, Fagioli, Florenzi e Di Maria sotto i riflettori, la scossa è arrivata anche nel tennis. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, tra le persone coinvolte in una nuova indagine legata a scommesse su siti non autorizzati compare anche un tennista italiano.
Le autorità indagano su un giro che coinvolgerebbe una dozzina di calciatori di Serie A, alcuni ancora attivi, altri da poco emigrati in campionati esteri. Ma non si tratterebbe solo di puntate legate a eventi sportivi: a quanto pare, l’intento sarebbe stato più che altro quello di “passare il tempo” durante i ritiri, piuttosto che guadagnare.
Una pratica illegale e rischiosa che ora rischia di allargarsi ad altri sport, con effetti devastanti sull’immagine dell’intero movimento.
Tra i nomi emersi ci sono anche McKennie, Paredes e l’ex campione del mondo Angel Di Maria. Ma le attenzioni si sono spostate improvvisamente sul tennis italiano. Dopo i riflettori su Jannik Sinner nei mesi scorsi, ora il timore è che il caso possa aprire un nuovo fronte caldo.
Il precedente pesante di Jannik Sinner
È inevitabile tornare con la mente a quanto accaduto nel 2024. Il 20 agosto, l’ITIA — organismo internazionale anti-doping del tennis — aveva concluso un’indagine complessa e delicatissima su Jannik Sinner, numero 1 italiano e protagonista assoluto della scena mondiale. Tutto era iniziato a Indian Wells, dove due test avevano rilevato tracce di clostebol, un anabolizzante vietato.
La notizia fece tremare il mondo del tennis. Sinner venne sospeso provvisoriamente, anche se solo per pochi giorni, in attesa di chiarimenti. L’azzurro collaborò pienamente, spiegando che la sostanza era stata assorbita accidentalmente per via cutanea, a causa di un farmaco utilizzato dal suo fisioterapista, che lo aveva massaggiato senza indossare guanti protettivi. Il tribunale sportivo accolse la tesi: nessuna violazione, nessuna negligenza diretta da parte di Sinner. Tuttavia, il caso non si chiuse lì. La WADA — l’agenzia mondiale antidoping — impugnò la decisione, chiedendo una squalifica di due anni. Dopo mesi di confronto, nel febbraio 2025 si arrivò a un accordo extragiudiziale: tre mesi di stop tra febbraio e maggio, per responsabilità oggettiva. Sinner perse i punti guadagnati a Indian Wells e 320.000 dollari di montepremi, ma salvò carriera e reputazione.
Il rischio di un nuovo terremoto
Il ricordo del “caso Sinner” è ancora vivido, ed è per questo che l’attuale inchiesta ha scatenato un’ondata di preoccupazione nel tennis italiano. L’inclusione di Matteo Gigante, seppur legata al poker online e non a scommesse su eventi sportivi, getta nuove ombre su un ambiente che negli ultimi anni ha provato a rifarsi un’immagine pulita e vincente.
Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, alcuni sportivi coinvolti avrebbero regolato i debiti di gioco attraverso una gioielleria milanese, simulando l’acquisto di Rolex e orologi di lusso tramite bonifici bancari. Gli oggetti, però, non lasciavano mai il negozio. Un sistema ingegnoso e inquietante, che dimostra quanto il fenomeno sia più radicato e diffuso di quanto si pensasse. La speranza, ora, è che non si tratti davvero di un “nuovo caso Sinner”, e che il nome del talento azzurro resti un’eccezione in un panorama tennistico altrimenti limpido. Ma la sensazione è che i prossimi giorni saranno decisivi, e forse anche dolorosi, per il futuro dell’intero sport italiano.