Antonio Conte presentato come nuovo allenatore del Napoli direttamente dal Palazzo Reale di Napoli: le sue dichiarazioni.
NOTIZIE CALCIO NAPOLI. Oggi, 26 giugno, Napoli si prepara a dare il benvenuto ufficiale ad Antonio Conte come nuovo allenatore della SSC Napoli. La presentazione avrà luogo presso il suggestivo teatro di corte del Palazzo Reale di Napoli, con inizio fissato per le ore 15.15. Un evento che segna un momento di grande attesa per i tifosi partenopei, desiderosi di ascoltare le prime parole del tecnico salentino che ha siglato un contratto fino al 2027 con il club.
L’arrivo di Antonio Conte a Palazzo Reale è stato preceduto da un momento di grande visibilità mediatica, con il mister che ha fatto il suo ingresso accompagnato dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. I due hanno colto l’occasione per scattare alcune foto di rito, testimoniando l’inizio di questa nuova era per il calcio napoletano.
Il presidente azzurro, Aurelio De Laurentiis, introdurrà Antonio Conte prima di cedere la parola al tecnico, il quale ha già espresso il suo entusiasmo per questa nuova sfida nella sua carriera. Gli aggiornamenti e le dichiarazioni saranno disponibili in diretta video su Napolipiu.com, mantenendo i fan connessi e informati in tempo reale.
La conferenza stampa di Antonio Conte come nuovo allenatore del Napoli
Alle ore 15.15, Antonio Conte ha varcato la soglia del palco, visibilmente commosso ma determinato: “È la prima volta che mi presentano in questo modo, c’è sicuramente un filo di emozione. Ringrazio sicuramente Napoli, perché di solito io prima di ricevere do qualcosa. Qui è successo il contrario, tanto entusiasmo, tanto affetto. Ora non mi resta che restituire.”
Conte ha immediatamente delineato la sua visione per il club, enfatizzando il valore della serietà nel dare tutto per il Napoli e nel trasmettere la sua cultura lavorativa e le idee calcistiche. Ha sottolineato l’importanza di rendere orgogliosi i tifosi attraverso il gioco e l’impegno costante, promettendo di dare sempre il massimo, e anche di più quando necessario.
“Quale identità chiederò al Napoli? Quello che posso promettere è serietà, una parola che spesso viene sottovalutata. La serietà nel dare tutto per il Napoli, nel trasmettere la mia cultura a livello lavorativo, quella che è la mia mentalità. Il trasmettere le mie idee calcistiche. L’obiettivo di un allenatore oltre primeggiare è rendere orgogliosi i propri tifosi. Il tifoso deve riconoscersi nella propria squadra, il nostro obiettivo massimo è rendere il tifoso orgoglioso dei propri giocatori, del calcio giocato. Quando si parla di maglia sudata, sapete bene che nel calcio c’è la vittoria e la sconfitta. Ma nella sconfitta non ci deve essere l’attenuante di non aver dato il massimo. Quello che posso promettere è che daremo il massimo, più del massimo perché a volte il massimo non basta”.
Progetto e ambizioni future
“La mia strategia, Napoli piazza difficile? Napoli è una piazza importante, passionale. Lo era e lo rimarrà aldilà di calciatori, allenatori, e proprietà. È una grande peculiarità la passione per il calcio e per la propria squadra. Da parte nostra cercheremo di alimentare questa passione, perché c’è già. Qui c’è un grande fuoco, magari farlo diventare ancora più alto tutti insieme, per cercare di raggiungere i nostri obiettivi. Cosa dovrò avere il mio Napoli? La faccia incazzata, perché veniamo da un’annata in cui tante cose non sono andate nel verso giusto. Dovremo trasferire questa voglia di rivalsa nel campo, sotto tutti i punti di vista, a livello calcistico e comportamentale. Sul mercato cercheremo di fare le cose migliori aldilà di Sud America, Asia, Africa ecc.”.
Quando interrogato sulla scelta del Napoli rispetto ad altre offerte, Conte ha espresso la sua chiara preferenza per il progetto del club partenopeo e per il ritorno al Sud:
“Perché ho scelto il Napoli? Se è stata la prima scelta? Ho scelto Napoli per il progetto, questo deve essere chiaro. Ho firmato un contratto di 3 anni, il presidente è stato molto chiaro in quello che potremo fare. Perché si ripercorrerà in base a delle situazioni che sono compatibili con il club. Il progetto di cui abbiamo parlato col presidente è cercare nel breve tempo possibile il Napoli un’alternativa alle solite note. 14 anni che il Napoli è riuscito a rientrare in Europa, c’è stata una gestione giusta, si è vinto lo scudetto. L’anno scorso non è stata un’annata buona. Ci vorrà un po’ di tempo e pazienza, io sono del ‘chi ha tempo non aspetti tempo’. Cercheremo in tutti i modi di prenderci questa responsabilità. Questo è il progetto. Mi ha dato grande entusiasmo, ho sentito qualcosa in pancia. Non vedo l’ora di iniziare. Dall’estero era arrivata qualche proposta anche interessante, ma c’era una promessa col presidente che ci saremmo rivisti. A bocce ferme avremmo deciso se decidere di lavorare insieme o continuare ognuno per la propria squadra. Abbiamo trovato la giusta quadra in tutto, nella voglia, nell’ambizione. Io, il presidente e tutto il club cercheremo di dare fondamenta solide per qualcosa di importante che duri nel tempo”.
“Come mi ha convinto De Laurentiis? Tu parli ad un uomo del Sud, sono nato a Lecce e conservo le mie origini. So cosa significa vivere al Sud e cosa rappresenta per il Sud il calcio. Per me questo è un ritorno a casa, da allenatore di una grande rappresentante del Sud. È una grandissima soddisfazione e un onore tornare al Sud da allenatore”.
“Quanto serve per ricostruire il Napoli? Come ho detto prima ‘chi ha tempo non aspetti tempo’. Io aspetterei già domani a fare battaglia su tutti i punti di vista. Poi bisogna essere anche realisti: due anni fa si è vinto lo scudetto, ma l’anno scorso si è terminati a 40 punti di distacco dalla squadra che ha vinto il campionato. Decimo posto e fuori dopo 14 anni dalle competizioni europee. Non bisogna pensare che si cambi allenatore e torni tutto facilmente come prima. C’è un grande progetto, secondo me non possiamo competere con le solite note per ingaggi e investimenti, perché parliamo di altre realtà. Però possiamo competere per lavoro, cultura del lavoro, sacrificio. Quando io ho detto ‘Amma faticà’, su questo non deve poterci battere nessuno. Su ingaggi e investimenti ci sono altre realtà. Però con la cultura del lavoro penso che possiamo colmare questo gap, non so in quali tempi ma sapete che non ho tanta pazienza nel fare il comprimario”.
Scelte Chiare e Determinazione nel Mercato
Conte ha anche affrontato le prime difficoltà con i calciatori, sottolineando la sua autorità nella gestione del gruppo. Ha dichiarato:
“Come ho gestito le prime difficoltà con i calciatori? Le stiamo gestendo insieme al club nel migliore dei modi. Io sono stato molto chiaro col presidente, prima di parlare di altri aspetti economici e contrattuali, ho voluto la rassicurazione che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi poteva magari prendere altre strade fuori da Napoli. Su questo sono stato molto categorico e molto chiaro. Se parliamo di ricostruzione e parliamo di dar via i giocatori è tutto un contro senso. Ho trovato la condivisione al 200% da parte del presidente e del club. Ho parlato con tutti i ragazzi, li ho chiamati tutti per far conoscere le nostre ideee e orientamenti. Ho sentito anche loro cosa avevano da dirmi. Però alla fine poi se ci sono dei problemi li risolvono, perché la decisione è sempre mia. I giocatori che fanno parte del progetto saranno al 200% giocatori del Napoli, questo deve essere chiaro a tutti. Visto che c’è chi parla di confusione a Napoli. Qui non c’è nessuna confusione, c’è chiarezza di idee. Sappiamo cosa fare e lo faremo“.ine del Napoli, nonostante le sfide evidenti. “Siamo consapevoli delle difficoltà, ma non abbiamo paura di affrontarle. Vogliamo competere con la cultura del lavoro e del sacrificio”, ha dichiarato il tecnico.
Poi ancora: “Se ho parlato con Osimhen? Faccio giusto una chiosa finale su quello che aveva detto prima il presidente, sottolineando un fatto fondamentale per me. Di Lorenzo oltre a essere un giocatore top: capitano del Napoli, ha vinto scudetto ed Europei. Lo considero una persona molto perbene ed importante anche nello spogliatoio – lo stesso dicasi per Kvara – io penso che l’anno scorso la frustrazione abbia portato anche a situazioni non limpide. I giocatori sanno benissimo che ci sono difficoltà, siamo uomini e bisogna rimboccarsi le maniche tutti insieme. Ricominciare quest’anno sapendo che deve essere un’occasione di rivalsa. Per quanto riguarda Osimhen così come sapevo benissimo sia della situazione di Kvara, Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, su cui io ho posto un veto assoluto, so benissimo della situazione Osimhen. So che ci sono degli accordi col club, è una situazione totalmente diversa, a cui io assisto. Poi se mi chiedete del calciatore, è un calciatore di altissimo livello, ma io non posso entrare in nessun discorso su Osimhen perché si tratta di accordi precedenti“.
“Come funzionerà tra Caprile e Meret? Meret è il nostro portiere, gode della massima fiducia da parte mia, ho già parlato con lui. Lui sa benissimo quali sono le mie richieste personali nei suoi confronti, parliamo di un portiere che ha delle massime potenzialità. Da parte mia gode della masssima stima e fiducia. Al tempo stesso sta arrivando Caprile che sta facendo un percorso importante, dopo Bari ed Empoli. Abbiamo la fortuna di poter contare su due portieri che possono essere il futuro del Napoli“.
“Lukaku? C’è tanta voglia di ripartire, non bisogna farsi prendere dal panico ripensando all’anno scorso, ma bisogna essere freddi e analitici. I giocatori sono validi, cercheremo di fare cose mirate per avere benefici per rinforzarci. Le competenze sono importanti, io so che posso migliorare i calciatori ma so che posso contare su una buona base. Lukaku è un grande giocatore, come Osimhen, quando ci sono si spera sempre di averli sempre dalla propria parte”.
“Rinforzi in difesa? In casa siamo la quindicesima difesa del campionato. Il troppo difensivo o offensivo non porta da nessuna parte, serve equilibrio, non è colpa solo dei difensori e del portiere. Bisogna ripartire da lì”.
“Kvara? Kvara rimane, sono stato categorico. Vi ho dato una notizia? No, l’ha data il presidente. E’ un giocatore come ce ne sono sempre mano, fantasista, fa assist, gol, può giocare esterno o dentro. Esalteremo le sue caratteristiche, dobbiamo assecondarle. Lo faremo con lui, con Politano e con gli altri che abbiamo in rosa”.
Una nuova realtà
“Come ci si approccia ad una nuova realtà? Il Chelsea due anni prima aveva vinto la Premier League, poi dopo aver mandato via l’allenatore erano arrivati decimi e l’anno dopo noi abbiamo vinto la Premier League. Penso sia stato qualcosa di incredibile perché in Premier League ci sono delle super potenze. Quello che io non posso promettere è sicuramente la vittoria, perché vince solo una. Posso promettere che iniziamo un percorso dove possiamo essere competitivi per la vittoria. Poi sapete bene che ne vince solo una ed è molto difficile. Lo dico spesso, testa bassa e pedalare, noi dobbiamo parlare poco, c’è poco da fare proclami. Facciamolo con i fatti non a chiacchiere. Sono la persona del fare, non sono il tipo di vendere aria fritta. Non sono neanche troppo paziente, questo purtroppo o per fortuna è la nostra forza. Noi dobbiamo solo stare zitti quest’anno“.
Napoli e la Regione Campania vivono un momento di grande crescita, il suo arrivo a Napoli è considerato coerente con questo clima di crescita. Per lei è un peso o uno stimolo? “Che Napoli sia una città bellissima e in espansione sotto tutti i punti di vista, perché leggiamo sui giornali Sicuramente il calcio è un veicolo trainante per la città. La passione che c’è al Napoli aldilà di tutto, ci sarà sempre. Napoli è malata di calcio. Malata in senso positivo. Ci sarà sempre questa passione che coinvolgerà tutti. Io in maniera obiettivo penso che la città debba migliorare di proprio conto. La città e il calcio possono migliorare di pari passo, ma sono due cose separate, ma poi c’è chi deve prendersi la responsabilità di continuare per proprio conto. Noi possiamo solo assecondare questa voglia, sarebbe bellissimo vedere il Napoli crescere dal punto di vista dell’economico e di pari passo il Napoli combattere come ha fatto in passato di portare gioia con più frequenza“.
È questa la più affascinante intrigante e complicata sfida della sua carriera da allenatore? “Sicuramente è una sfida che arriva nel momento giusto. Penso di essere un allenatore che comunque ha maturato esperienze, che mi portano ad affrontare quest’affascinante sfida con grande voglia. Una persona mi ha chiesto: ‘Ma non hai paura di andare ad allenare il Napoli?’. Ma paura di che? Per me è un piacere, sapendo le difficoltà della sfida. Chi mi conosce sa che ha me non ha mai regalato niente nessuno. Mai. Io quello che ho conquistato l’ho sempre conquistato con sudore e sacrificio, è quello che mi hanno insegnato i miei genitori ed è quello che cerco di trasmettere a mia figlia e ai miei giocatori. Noi dobbiamo capire che abbiamo il privilegio, la fortuna e il talento che ci ha dato il Signore, però dobbiamo anche sapere che il talento senza la voglia di lavorare, senza a volte anche l’ossessione di migliorarsi, non è niente. Io so che questa sfida arriva nel momento giusto per me come persona, perché ho proprio voglia di godermi questa passione e quest’entusiasmo. Perché per me la cosa difficile sarà di cambiare ecco l’entusiasmo e questa passione, però sono convinto di poterlo fare perché ci metterò tutto quello che ho, come ho fatto in passato, questo sia chiaro“.
“Il modulo? Dal punto di vista tattico, le caratteristiche dei giocatori sono molto importanti. Noi abbiamo dei giocatori con caratteristiche importanti soprattutto dal punto di vista offensivo. Io penso che l’allenatore bravo è quello che mette i giocatori in condizione di esaltare le proprie caratteristiche. Io non andrò mai dietro a una mia idea per snaturare i calciatori che ci sono. Io cercherò sempre di trovare l’idea giusta per esaltare le caratteristiche dei nostri giocatori. Da un punto di vista tattico penso che saremo molto duttili, poi ci voglio lavorare con questi ragazzi, perché sto parlando di calciatori visti in televisione. La sostanza è quando io li ho sotto mano percepirò veramente le caratteristiche di ogni singolo giocatore. Poi una mia idea ce l’ho già, però la voglia sarà sempre quella di fare un gol in più dell’avversario altrimenti non vinciamo”.
“Io sono tornato in pista, in Italia, mica per la statuina del presepe. Sono in debito nei vostri confronti. Risultatista o giochista sono da giornali, bisogna entrare nel cuore della gente e dei tifosi e dare il tutto per tutto e scrivere qualche pezzo di storia”.