Diego Armando Maradona e Edson Arantes do Nascimento, noto come Pelé, sono stati due grandi calciatori che hanno fatto la storia del calcio.
Maradona non è ricordato solo per le sue imprese sportive, ma anche per il suo impegno a favore dei più deboli e per la giustizia. Diego è stato un rivoluzionario che ha utilizzato il calcio come simbolo e strumento per liberare i popoli e promuovere la libertà. Durante la sua carriera, Maradona ha rifiutato contratti milionari con le multinazionali giapponesi e americane, affermando che “non si tratta un uomo come mercanzia”.
Diego è stato ben altro, un rivoluzionario anche prima di appendere gli scarpini al chiodo. Testimonial degli indifesi, quand’era al Napoli rifiutò la Juve degli Agnelli e il passaporto statunitense. Per Maradona il calcio era lo strumento e simbolo di una missione affrancatrice condotta in nome di popoli e libertà.
Tuttosport: “Pelé meglio di Diego”, nemmeno la morte ferma il paragone
Maradona ha lottato contro la FIFA, condannando Blatter e Havelange, e ha denunciato l’ingiustizia della SuperLega degli oligarchi. Alla fine, Maradona è morto povero, come era nato, ma fino all’ultimo respiro s’è sempre schierato dalla parte dei più deboli.
Pelé, d’altra parte, è sempre stato dalla parte del potere Perché Pelè, a differenza di Maradona, s’è sempre fatto usare, nonostante nel ventennio ’60-’80 risultò attenzionato dalla dittatura militare in Brasile, ergendosi a testimonial di una farsa globale estremizzata al paradosso nei mondiali del grande reset appena terminati in Qatar.
Nonostante il mondo piange Pelé, non dovremmo accostare il suo nome a quello di Maradona, che rappresenta ben altro nella storia del calcio.