Editoriali calcio Napoli

La lezione del Napoli al calcio italiano: I fatti zittiscono i “professorini”

La vittoria sulla Juventus non è solo tre punti, ma la certificazione di una superiorità imbarazzante. Sedici punti di distacco e un modello che fa scuola in Europa, mentre i “guru” continuano a chiamarci outsider.


Sedici punti. SEDICI. Questo è il distacco che il Napoli di Antonio Conte ha inflitto alla Juventus, la stessa squadra che i media del Nord dipingevano come “imbattibile” fino a ieri sera. La prima sconfitta stagionale dei bianconeri arriva al Maradona, in una serata che ha il sapore della storia.

Ma parliamoci chiaro: questo Napoli non è una sorpresa, non è un caso, non è una meteora come qualcuno vorrebbe far credere. È una SUPER POTENZA del calcio italiano, costruita con lavoro, visione e competenza. Mentre le “grandi” storiche annaspano tra debiti e bilanci in rosso, la società di De Laurentiis mostra i muscoli: zero debiti, 200 milioni di liquidità in cassa e la forza di dire “NO” a 210 milioni del PSG per Osimhen e Kvaratskhelia.

Dal ritorno in Serie A, il cammino è stato inarrestabile: uno scudetto nel 2023, i 91 punti dell’era Sarri (e sappiamo tutti com’è andata con il “caso Pjanic”), qualificazioni Champions in serie e ora Conte in panchina. Eppure, i soloni del calcio continuano a trattarci come una provinciale di lusso.

Anguissa è il vero capolavoro di Conte.

Ma i numeri non mentono: mentre le “grandi” del Nord piangono miseria e chiedono prestiti alle banche, il Napoli ha creato un modello di gestione che fa scuola in Europa. Lo dimostrano i no alle cessioni di Koulibaly, Osimhen e Kvaratskhelia: centinaia di milioni rifiutati perché questo club non ha bisogno di svendere i suoi campioni.

“Tutti si sentono coinvolti”, ha detto ieri Conte, “abbiamo fatto gli stessi punti della scorsa stagione in 22 giornate e credo venga sottovalutata la bontà del nostro lavoro”. Sottovalutata, infatti. Ma fino a quando? Fino a quando il “sistema” continuerà a fingere di non vedere che il re è nudo?

La verità è che il Napoli fa paura. Fa paura perché vince sul campo e nei bilanci. Fa paura perché dimostra che si può costruire una squadra di vertice senza indebitarsi. Fa paura perché sta riscrivendo le gerarchie del calcio italiano.

E allora che continuino pure a chiamarci outsider, che continuino a parlare di “miracolo Napoli”. Noi rispondiamo con i fatti: sedici punti di vantaggio sulla Juventus, un modello gestionale invidiato in Europa e un futuro che fa tremare i polsi alle “grandi” del Nord.

Il tempo delle favole è finito. Questo è il Napoli, una realtà che fa paura. E i “professorini” del calcio dovranno farsene una ragione.

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