Tutto su Kim Min-Jae, il difensore sudcoreano in arrivo dal Fenerbahce è una celebrità nel proprio paese.
Sabato comincia il ritiro di Castel di Sangro e Spalletti spera di poter lavorare con Kim sin da subito per registrare la difesa in vista dell’inizio di campionato.
Si avvia alla conclusione l’iter burocratico che separa il Napoli dall’annuncio del suo quarto colpo. Kim Min-jae si avvicina: è il difensore scelto per sostituire Koulibaly, il profilo individuato mesi fa nei ragionamenti di mercato legati al possibile addio di KK.
Appena il Chelsea ha accontentato le richieste di De Laurentiis, il ds Giuntoli ha intensificato i contatti col Fenerbahçe cercando prima di ottenere uno sconto rispetto alla clausola da 20 milioni e poi, per superare la concorrenza del Rennes.
Il 25enne difensore in attesa delle visite mediche con il Napoli che la società sta programmando, desta grande curiosità e ha già ottenuto in breve tempo consensi.
Kim Min-Jae ama Instagram e la bici
Potrebbe cominciare proprio da qui uno dei primi dialoghi tra Luciano Spalletti e Kim Min-Jae, il colosso sudcoreano che sta per arrivare a Napoli dal Fenerbahce investito dell’impegnativo compito di raccogliere l’eredità di Kalidou Koulibaly.
Nonostante in Corea del Sud le due ruote senza motore non rappresentino certo lo sport nazionale, Kim viene descritto come un autentico fanatico della bici e per accorgersene basta dare uno sguardo al suo profilo Instagram, dove Kim non posta tantissimo, ma è molto seguito (oltre 500.000 followers).
Un profilo ricco di foto che lo vedono alle prese con ruote, manubrio e catena, non di rado anche per qualche escursione. Proprio la stessa passione di Spalletti, che al contrario viene da una terra dove la bici è sacra.
Kim e l’avversione per l’inglese
Chissà quindi che le prime chiacchierate tra i due non avvengano proprio durante una rilassante pedalata, anche se a quel punto il problema sarebbe un altro, ovvero la lingua.
Pur avendo già cambiato diverse squadre nella sua giovane carriera, infatti, aver giocato in Cina e ora in Turchia ed essere stato allenato da tecnici dalle provenienze più svariate, dal croato Slaven Bilic al portoghese Vitor Pereira passando per il turco Zeki Murat Gole fino al francese Bruno Genesio, Kim Min-Jae non parla l’inglese. Un ostacolo che dovrà essere aggirato nei primi tempi attraverso un interperte, almeno fino a quando il ragazzo non avrà appreso i primi “rudimenti” dell’italiano.
Kim ‘The Monster’
Ragazzo peraltro ben piazzato fisicamente, dal momento che una delle virtù che Kim non deve invidiare a Koulibaly è l’altezza: con 190 cm il coreano è addirittura più alto del senegalese e se si aggiungono gli 86 kg di peso forma si intuisce presto la genesi del soprannome The Monster, considerando che la sua stazza è mediamente assai superiore rispetto a quella media dei connazionali. Del resto Kim viene da una famiglia di sportivi, con il padre ex judoka, lo zio ex allenatore di calcio e il fratello maggior portiere. Molto geloso della sua vita privata, Kim è padre di un bimbo di poco più di tre anni ed è anche molto attivo nel social in particolare nei confronti della Purme Foundation, ente di cui è stato nominato ambasciatore e che aiuta i bambini disabili in Corea.