Gazzetta dello Sport: “Napoli, il sogno Neymar: la cometa che ha illuminato le notti azzurre”
NAPOLI – I sogni muoiono all’alba, ma al tramonto spesso si rigenerano. Come racconta Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, per tre mesi il Napoli ha accarezzato una suggestione clamorosa: portare in azzurro Neymar da Silva Santos Júnior, O’ Ney. Una cometa luminosa nel cielo partenopeo, una fantasia che ha tenuto banco tra gennaio e maggio, fino a spegnersi sul nascere della festa scudetto, quando la società ha iniziato a pianificare con lucidità il futuro.
L’idea — spiega la Gazzetta dello Sport — nacque quasi per caso, da una riflessione del direttore sportivo Giovanni Manna. All’epoca Kevin De Bruyne non era ancora nei pensieri del club, e l’ipotesi Neymar sembrava una follia romantica, ma non del tutto impossibile. Poi, quando KDB divenne realtà, l’incantesimo si ruppe. La presenza del belga rese impossibile l’allestimento di una squadra troppo “stellare”, i cosiddetti Fab Five, che avrebbero rischiato di squilibrare un sistema già perfettamente bilanciato.
Eppure, racconta Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, l’idea di Neymar ha affascinato a lungo i vertici del club: De Laurentiis, Manna e Conte ne parlarono in riunioni, passeggiate e discussioni interminabili, valutandone l’impatto tecnico, mediatico e simbolico. Il sogno di vedere O’ Ney nello stadio di Maradona, di assistere ai suoi dribbling e ai suoi sorrisi contagiosi sotto il Vesuvio, aveva un fascino travolgente. Anche a 33 anni — compiuti a febbraio — il brasiliano restava un talento capace di accendere entusiasmi e risvegliare l’immaginario collettivo.
Alla fine, però, ha prevalso la ragione. Con l’arrivo di De Bruyne, la lampada del Genio che avrebbe illuminato il progetto azzurro, il Napoli ha scelto la via della concretezza, evitando contraccolpi tattici e mantenendo l’equilibrio di squadra voluto da Conte. Una decisione di “ragion di Stato”, come la definisce la Gazzetta dello Sport, ma anche un segno di maturità di una società che ha imparato a gestire la grandezza senza inseguire l’impossibile.
Eppure, conclude Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, è stato bello sognare per un po’, immaginare Napoli come la nuova casa dei galácticos 3.0. Perché certe utopie, anche se non si avverano, restano lì: a ricordare quanto grande può essere la forza dei sogni.
