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Esame farsa Suarez a Perugia: indagini chiuse, sotto accusa l’avvocata della Juventus

La procura di Perugia ha inviato ai cinque indagati l'avviso di conclusione della fase istruttoria, prodromica alla richiesta di rinvio a giudizio

La procura di Perugia ha chiuso le indagini per l’esame farsa sostenuto da Luis Suarez all’Università per stranieri di Perugia. Resta l’accusa per l’avvocata della Juventus, Maria Turco, ritenuta “concorrente morale e istigatrice dell’intera vicenda”. La procura guidata da Raffaele Cantone ha inviato gli avvisi di chiusura delle indagini ai cinque indagati, un atto che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. Il tutto è contenuto in cinque pagine. Anche gli indagini sono cinque e sono:

  1. Stranieri Giuliana Grego Bolli, ex rettrice dell’Università per Stranieri
  2. Simone Oliveri, direttore generale
  3. Stefania Spina, professoressa
  4. Lorenzo Rocca, professore (ha già patteggiato una pena)
  5. Maria Turco, avvocata della Juventus

Agli indagati i pm contestano i reati di falso ideologico in concorso. Nella conclusione delle indagini per l’esame farsa di Luis Suarez a Perugia, si fa un riferimento specifico all’avvocata della Juventus Maria Turco ritenuta “concorrente morale e istigatrice” mentre agli altri quattro “in veste di pubblici ufficiali” hanno attestato falsamente “nella delibera del Centro di Valutazione e Certificazioni linguistiche del 9 settembre” che la sessione straordinaria del 17 settembre fosse necessaria “per esigenze logistiche e di sicurezza”, quando invece “veniva istituita ad personam solo per consentire a Suarez di ottenere, nei tempi richiesti dalla Juventus e all’esito di una fittizia procedura di esame, la certificazione linguistica”.

Esame farsa Perugia: l’avvocata della Juventus coinvolta

Secondo quanto scritto dai pm i vertici dell’Ateneo sono anche responsabili del reato di rivelazione del segreto d’ufficio in concorso. In questo caso si tratta del file pdf “contenente l’intero svolgimento della prova tenutasi poi il 17 settembre 2020” inviato al calciatore uruguaiano. Gli inquirenti ritengono che il fine era ottenere vantaggi patrimoniali “derivanti dalla prospettata attivazione di un rapporto convenzionale con la Juventus per future collaborazioni nel settore della formazione linguistica di calciatori stranieri, anche del settore giovanile, e dalla diffusione a livello internazionale dell’immagine dell’Ateneo, sui principali media nazionale ed esteri”.

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