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Ziliani: Il campionato della Juve è solo una formalità come quando fu retrocessa in serie B

Paolo Ziliani sottolinea che il campionato della Juventus in attesa del processo è solo pro forma viste le analogie con Calciopoli.

Il campionato della Juventus è in una situazione incerta a causa del caso delle “Plusvalenze fittizie” che sta attualmente pendente in una Corte d’Appello Federale. Il venerdì 20 gennaio rappresenta una data cruciale per il club, poiché questa è la data in cui la corte si riunirà per decidere se riaprire o meno il caso.

Paolo Ziliani sul fatto Quotidiano scrive: ” Il caso delle “Plusvalenze fittizie” è stato scoperto dall’indagine Prisma della Procura di Torino, che ha portato alla luce una serie di illeciti di carattere finanziario e sportivo commessi dai dirigenti della Juventus negli anni passati. Secondo la Procura, questi illeciti sono stati commessi in “partnership con società terze” e hanno posto “in pericolo la lealtà della competizione sportiva”.

La Juventus ha già preso provvedimenti per far cadere tutte le teste del vecchio Consiglio di Amministrazione, ma si attende una decisione importante per il 20 gennaio. Se il caso venisse riaperto, potrebbe significare un cambiamento significativo per il club e per il campionato di calcio italiano.

Inoltre, questo caso pone una domanda importante sullo stato del calcio italiano. La Juventus è un simbolo del calcio italiano, e se il caso venisse riaperto, potrebbe significare che ci sono problemi seri alla base del sistema. C’è la necessità di prendere provvedimenti per garantire la lealtà della competizione sportiva e la trasparenza nelle operazioni finanziarie dei club”.

 

Ziliani ha poi aggiunto: “Questa è la partita più importante perché, anche se nessuno ve lo dice, il campionato che la Juventus sta disputando è pro forma, portato avanti per pura formalità. Come successe nel 2005-06 quando il club di Moggi e Giraudo affrontò le due ultime partite, Juventus-Palermo 2-1 e Reggina-Juventus 0-2, all’indomani dell’uscita delle prime intercettazioni di Calciopoli: era chiaro a tutti che i risultati di Madama sarebbero valsi, da lì in avanti, meno di zero. E smisero di valere anche quelli fatti prima.

Infatti i 91 punti finali si tramutarono in 20° e ultimo posto, lo scudetto divenne retrocessione in serie B, i dirigenti Moggi e Giraudo vennero radiati e fine della farsa. L’avevano fatta troppo sporca. Far finta di niente avrebbe ucciso, definitivamente, il calcio in Italia. La domanda che tutti ci poniamo, oggi, e parlo di chi ha a cuore le sorti di questo malandato calcio italiano, è: si userà il cerotto (per nascondere) o il bisturi (per estirpare)?

Le intercettazioni ci parlano di un presidente, Agnelli, già forte di 12 mesi d’inibizione (rapporti con ultrà malavitosi, 2017) che dice papale papale di aver usato la pandemia come scusa per giustificare bilanci “riempiti di merda” e che si fa perquisire in ufficio la madre di tutte le prove, la finta rinuncia agli stipendi firmata da lui e dal capitano Chiellini.

Di un direttore generale, Paratici, che afferma di fare “da una vita” il calciomercato per Genoa, Atalanta e Sassuolo e che invita Bonucci ad aderire alla finta rinuncia agli stipendi tanto “la Juve è della famiglia Agnelli, che vuoi che succeda per due stipendi?”;

Un direttore sportivo, Cherubini, che parla di “partner – ship” e “relazione decennale” con il Sassuolo e altri club sodali; di dirigenti rivali, si fa per dire, disposti a tutto, persino al falso in bilancio (Luca Percassi, Atalanta) pur di correre in soccorso a mamma Juve. Uno schifo peggio di prima“.