Pierpaolo Marino, DG dell’Udinese, è molto legato al Napoli e ai napoletani anche se domenica sarà al Maradona come avversario.
Napoli-Udinese è il derby di Pierpaolo Marino. Il manager che governa l’area tecnica dell’Udinese ha un passato (e un cuore) napoletano. E’ stato nel club che vinse il primo scudetto nell’87: due anni prima lo aveva voluto Italo Allodi, assunto da Corrado Ferlaino per costruire una grande squadra intorno a Diego. De Laurentiis lo volle nella neonata Napoli soccer. Il patron azzurro lo definì Pierpaolo Marino «il mio Jean Todt», come il capo dell’area tecnica della Ferrari.
Pierpaolo Marino, oggi DG dell’Udinese, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla sfida del Maradona ai microfoni di Radio Marte:
PIERPAOLO MARINO SU NAPOLI-UDINESE
“Napoli-Udinese? Inevitabile che le due partite si dovessero giocare, la prima l’abbiamo persa in casa in maniera abbastanza eclatante. Ora c’è questa, noi verremo con entusiasmo. Abbiamo affrontato più o meno il Milan nella stessa situazione un anno fa.
Spalletti allenatore vincente? Sicuramente sì, secondo me è arrivato sempre in situazioni buone. Ha vinto a Roma alcune coppe sfiorando lo Scudetto. Essere vincente non vuol dire avere nel carniere Coppa Campioni o Scudetto. Poi per vincere contano i dettagli o i grandi giocatori.
Beto? Come tanti giocatori dopo Natale ha avuto il COVID-19, si sta riprendendo. Ha 24 anni e ha dato già dimostrazione di avere qualità innegabili. Secondo me è un giocatore che farà molto parlare di sé nei prossimi anni.
Osimhen? I due si somigliano, al momento Beto è un po’ più grezzo tecnicamente. Osimhen nel campionato italiano sposta gli equilibri, bravo Giuntoli a prenderlo.
De Laurentiis cederà Napoli o Bari? Sono decisioni che spettano a lui, bisognerà anche vedere se si opporrà a questa situazione.
Per arrivare al top il Napoli ha bisogno di sostegno economico dall’esterno? Secondo me no, il Napoli quest’anno ha una rosa importantissima grazie al lavoro di tutti e sta lottando per lo Scudetto.
Chi ha qualcosa in più in chiave Scudetto? Come rosa e competitività hanno dei dettagli che fanno la differenza. L’Inter forse ha più giocatori, il Milan ha un’età media più bassa. Ma i tre organici sono lì per giocarsela, non vedo una favorita. Sabato pomeriggio sarò sulla panchina dell’Udinese, non vedo l’ora di riabbracciare i tifosi napoletani”.
“Io simbolo di vittoria per il Napoli? Qualcuno mi dice da Guinness dei Primati, anche perché difficilmente una squadra che vince lo Scudetto fa anche la Serie C. Sono contento di essere stato presente nelle 2 fasi, il top della gestione Ferlaino e il top della rinascita con De Laurentiis, siamo passati da Gela al Da Luz.
VAR? Pensavamo avesse fatto il suo rodaggio ma bisogna capire che il suo utilizzo, se dev’essere limitato, chiaramente va studiato meglio come meccanismo e nell’uniformità di giudizio. Il fallo di mano di Zeegelaar io non l’ho visto, non so cos’abbia il VAR, la dinamica dell’azione non faceva pensare a un movimento naturale. Ho visto mille immagini ma non l’ho visto.
Il caso di Torino poi è molto eclatante, credo che l’AIA sia intervenuta. Bisogna fare dei chiarimenti in proposito, perché altrimenti si perdono anni di lavoro. Noi come società per prima abbiamo iniziato a chiedere sistemi per supportare le decisioni con immagini audiovisivi. Siamo assolutamente favorevoli al VAR ma va uniformato tutto”.