Tre motivi per cui il Napoli ringrazia la Premier League

Conte

Conte - fonte lapresse - napolipiu.com

Pur giocando in Italia, il Napoli è una squadra…inglese. Nel senso che deve molto alla Premier League. Ci sono diversi giocatori che sono arrivati proprio da quel campionato e che a Napoli hanno trovato fortuna, serenità e sorrisi. Gli ultimi casi sono emblematici. Ecco perché i dirigenti continuano ad aspettare in Premier League risultati ogni domenica da cui potrebbero derivare altre opportunità di mercato. Perché Hojlund, ad esempio, è nato così. Un affare dal nulla per l’infortunio di Lukaku, ma un giocatore già noto, forte, che giocando poco aveva bisogno di trovare spazio altrove. E il Napoli ne ha approfittato. Il danese è solo uno dei motivi per cui il Napoli ringrazia la Premier e continua ogni volta a non perdere di vista quello che succede nel campionato inglese.

In principio fu McTominay, ovvero l’Mpv dell’ultima Serie A

Conte lo aveva seguito più volte e in alcune partite di premier League si era quasi stupito del fatto che allo United non fosse protagonista. Per questo, l’estate scorsa, aveva chiesto al Napoli di fare un tentativo per Scott McTominay. Affare concluso per trenta milioni, una grande intuizione di mercato per un giocatore che in poco tempo è diventato Mvp del campionato con il Napoli che grazie ai suoi gol ha vinto lo scudetto: dodici al primo anno in Serie A. Non male per uno che al Manchester giocava poco e fuori ruolo. Spesso era in panchina pronto a subentrare. Napoli gli ha donato vita nuova e lui ha ricambiato con le prodezze tricolore per la gioia di Conte e del club. McT, col suo rendimento, è solo uno dei tre motivi per cui il Napoli ancora oggi ringrazia la Premier League. Lungimiranti i dirigenti azzurri, meno quelli dello United. Anche Hojlund, per loro, rischia di essere un rimpianto.

L’alternativa di Lukaku che sarà il futuro del club

Hojlund è arrivato a fine mercato dopo l’infortunio del belga. In poche settimane si è già preso il Napoli. Gol belli e decisivi, come la doppietta in Champions contro lo Sporting. Reti pesanti anche in nazionale con la Danimarca. Il Napoli lo ha pagato una cinquantina di milioni. Verrà riscattato a fine anno per 44 dopo i 6 di prestito oneroso. Allo United non giocava. Il Napoli ne ha approfittato chiudendo in pochi giorni l’affare e regalando a Conte l’attaccante del presente ma anche del futuro. Un investimento cospicuo ma che darà benefici e frutti. Hojlund, infatti, ha appena 22 anni. Non è ancora esploso del tutto e già segna come un bomber navigato. A Napoli serve calma, ma già si sprecano i paragoni. E sono pesanti. Toccherà a Conte gestirli per il bene del ragazzo. Che intanto pensa solo a segnare e a far bene in una squadra in cui anche tatticamente si è già inserito alla grande.

Il genio di Kdb al servizio di Conte

Napoli dice grazie alla Premier League anche perché, in primavera, il City di Guardiola aveva deciso di non rinnovare il contratto di Kevin De Bruyne. Affare a parametro zero per il club azzurro che ora si ritrova in squadra un giocatore prezioso, uno dei migliori rifinitori nella storia del calcio inglese che ha ancora tanto da dare e che ogni giorno – soprattutto in Champions League, il suo teatro – vuole dimostrare di poter continuare a giocare ad alti livelli nonostante la carta d’identità che recita 34 anni. Kdb è solo l’ennesimo grande giocatore che è arrivato a Napoli dalla Premier League e che sta dando subito il suo contributo a suon di gol e assist. Per il gioco del Napoli è determinante, Conte gli ha cucito addosso un calcio senza ruolo. Kdb è libero di svariare ovunque tra centrocampo e trequarti.

Napoli formato Premier League

In realtà, Napoli è una squadra ‘inglese’ non solo per McT, Hojlund e Kdb, ma anche per altri giocatori, vedi Gilmour che è arrivato dal Brighton o Lukaku dal Chelsea o lo stesso Conte, ex Chelsea e Tottenham. Insomma, c’è un motivo se il ds Manna – con l’ok di De Laurentiis – bussa sempre alla porta dei club inglesi prima di concludere altrove altri affari di mercato. Gli ultimi colpi sono stati incoraggianti. A volte basta un grazie. Anzi, thank you.