L’ex ct della nazionale italiana, Arrigo Sacchi, si è soffermato sul momento del Napoli alla guida di Francesco Calzona.
L’ex commissario tecnico della nazionale italiana, Arrigo Sacchi, ha espresso apertamente la sua delusione riguardo alle prestazioni del Napoli nella stagione in corso. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate in un’intervista esclusiva al quotidiano Il Mattino.
Sacchi, noto estimatore di Sarri e Spalletti, ha sottolineato il cambiamento di rotta con l’attuale allenatore, Calzona. Secondo lui, il Napoli avrà un vantaggio contro il Barcellona grazie alle dimensioni ridotte del campo, anche se ammette che la squadra catalana si è presentata più viva del previsto nella gara di andata.
“Il Napoli avrà un vantaggio contro il Barcellona: si gioca in un campo meno largo rispetto al Camp Nou. Vero, mi aspettavo di vedere il Barça un po’ più in ritardo e invece nella gara di andata mi è apparsa una squadra viva. Ma anche il Napoli cresce, qualcuno che fino ad adesso ha tirato i remi in barca mi pare che abbia smesso di farlo. E non ci sono più quei giocatori sparpagliati per il campo”.
Il punto focale delle critiche di Sacchi riguarda la gestione del Napoli, che ha accusato di mancare di visione a lungo termine. Ha suggerito che De Laurentiis avrebbe dovuto esaminare attentamente lo stato d’animo dei giocatori e prendere decisioni difficili per rinnovare la squadra.
“Quando si vince bisogna comunque fare delle valutazioni, come in qualsiasi azienda. Cosa fare per avere altri successi? In Italia non tutti fanno così, esitano prima di rinnovarsi, si attaccano all’aspetto dei sentimenti. De Laurentiis avrebbe dovuto scrutare meglio nella testa dei suoi ragazzi, capire chi aveva ancora voglia e chi no. E decidere di vendere anche a malincuore chi pensava si sentisse appagato, valutare gli affidabili e i fidabili. Ecco, ci dovevano continuare a essere undici Di Lorenzo: è lui l’esempio da seguire, da coltivare”.
Sacchi contro la politica del club
L’ex allenatore ha inoltre criticato la politica del club di preferire strateghi a tecnici tattici, rimarcando il successo del Napoli di Sarri come esempio di gioco di qualità. Sacchi ha sottolineato che la mancanza di pazienza con Ancelotti e il cambio di rotta estivo con Luciano hanno portato alla situazione attuale di confusione nel club.
“Il Napoli non ha mai amato i tecnici tattici, ha sempre puntato sugli strateghi. Una delle squadre più belle viste in Italia negli ultimi decenni è il Napoli di Sarri. Da allora, quella è stata la linea scelta dal presidente: con Ancelotti non ha avuto pazienza e ha sbagliato a non aspettare che i tempi maturassero. Poi ha puntato su Luciano, un altro che pensa che il gioco e il risultato arrivino insieme, con il lavoro. Però, in estate, ha perso la strada. Si è smarrito. Ora con Calzona, cresciuto nella scuola di Sarri e che comunque pure con Spalletti avrà imparato qualcosa, si è forse tornati all’antico. Alle vie che io preferisco”.
Perchè Spalletti è andato via? “Ma è stato lui ad andar via o con la società qualcosa si è rotto? Io non lo so come è andata. So che anche lui ha fatto un capolavoro e che certe cose non le avrebbe mai accettate. Ora vedo cose incredibili: ma davvero Zielinski non gioca a Barcellona? Farsi un dispetto così e come darsi una martellata sui co***oni…”.
Sacchi ha poi concluso con un filo di speranza:
“Se conferma quello che penso, ovvero che è uno stratega, dico di sì. Lo stratega è un alleato del club, il tattico, invece, non crede nel gioco e nelle proprie idee, organizza la squadra impostata sulla difesa, con attaccanti che devono aspettare l’errore dell’avversario. E allora, ecco che devi per forza prendere chi è forte ma ti produce il bilancio in rosso. Ma poi nessuno deve piangere…”.