Massimo Mauro racconta Maradona al corriere dello sport. Da calciatore a commentatore tv tutta una vita a fianco di formidabili campioni.
Di Walter Veltroni per il Cds
Mauro lasciato il calcio giocato ha svolto vari ruoli: dal 2005 è commentatore di Sky con Ilaria D’Amico. Tra il 1997 e il 1999 è stato presidente del Genoa. Nel 1996 è stato eletto in Calabria alla Camera dei deputati per le liste dell’Ulivo; si è in seguito iscritto al gruppo dei Democratici di Sinistra, dov’è rimasto no al 2001.
Nel maggio del 2006 si è candidato alle elezioni comunali di Torino ancora nelle liste dell’Ulivo, venendo eletto consigliere comunale
Mauro racconta Maradona
«Maradona è il calcio, la rappresentazione del calcio. Qualsiasi cosa facesse e dicesse. Un ragazzo di una grande intelligenza, ma pieno di difficoltà. La sua qualità migliore in campo era la generosità, perché dire che era il più bravo in dribbling, enfatizzare la classe, è facile, è Maradona. Ma quello che non tutti sanno è che quando tu eri in difficoltà lui era sempre a tua disposizione. Sempre, mai una parola di troppo, mai scaricare responsabilità su un compagno, mai una parola verso l’allenatore per dire “quello ha giocato male, cambialo”. Sempre positivo con tutti, infatti non c’è un solo suo compagno di squadra che ne abbia mai parlato male. Diego era questo, poi chiaramente, con tutte le difficoltà che ha avuto, portava un sacco di problemi di complessa gestione all’interno della squadra».
Quando dice difficoltà intende cosa?
«Diego non era così libero di vivere la sua vita. Diego aveva un sacco di fantasmi, un sacco di demoni. E infatti si è avvicinato alle cose che ti fanno nascondere questi disagi. Pensi di affrontare i problemi mettendoli dietro l’angolo. E questo a mio avviso ha danneggiato la sua carriera perché, fosse stata una persona lontana da questi problemi, avrebbe reso ancora in più. E’ difficile dire molto di più perché allora non sarebbe stato Maradona. Diego spesso ha giocato in condizioni siche disastrose in alcune partite, eppure scendeva ugualmente in campo, per il suo Napoli».
Un episodio di Maradona ?
«“Diego guarda che io devo andare a dormire, domani mattina c’è l’allenamento”, gli dicevo, se eravamo insieme a cena o dopo cena. E lui rispondeva “Tu vai pure, perché tanto io non vengo all’allenamento domani”».
E non veniva?
«Non veniva. Io in due anni l’avrò visto al campo di allenamento venti volte. Ma era Maradona, talento puro. Un altro ricordo straordinario di Maradona, a prescindere da quello che si scrisse, fu il suo matrimonio a Buenos Aires, tre giorni straordinari. C’era un Jumbo affittato per gli amici da Napoli, per tutti gli invitati. Quella che dovrebbe essere la giornata più bella della tua vita, Diego la trasformò nella festa dei suoi amici: voleva farli essere felici, metterli a proprio agio.
Un ricordo di quei tre giorni…
«Quando sono arrivato mi ha aperto la camera di albe go una ragazza con due occhioni azzurri, capelli biondi, che mi fa “Guarda, io sono a tua disposizione per tre giorni per girare la città, per farti vedere le cose che ti piacciono, Diego mi ha dato ordine di farti felice” . E io mi sono detto: ”Che vuoi di più dalla vita?”. Ero single, in quel periodo. Scherzo, ma lo racconto per far capire quanto Diego amasse il prossimo».