L’Italia ha perso un campione: “Non è arrivato il passaporto” | Il ct non ha potuto convocarlo

italia (lapresse) - napolipiu

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Il commissario tecnico sta provando a fare il massimo, ma davanti a questi problemi ci sono poche mosse da fare.

I problemi legati al passaporto possono creare seri ostacoli ai calciatori, soprattutto quando si tratta di trasferte internazionali con club o nazionali. Senza un documento valido, un atleta rischia di non poter entrare nel Paese ospitante o di trovarsi bloccato in aeroporto, compromettendo allenamenti, partite e preparazione fisica. Anche ritardi nella sua emissione o rinnovo possono generare situazioni complicate, soprattutto in occasione di impegni ufficiali.

Le difficoltà possono riguardare non solo la scadenza del documento, ma anche visti e permessi di soggiorno. Alcuni paesi richiedono procedure burocratiche complesse per atleti stranieri, e la mancanza di documentazione adeguata può far saltare trasferte o addirittura impedire la partecipazione a tornei internazionali. Club e federazioni devono dunque coordinarsi con largo anticipo per evitare problemi di questo tipo.

Un altro aspetto critico riguarda la perdita o il furto del passaporto. In questi casi, il giocatore deve subito contattare le autorità competenti e l’ambasciata o il consolato del proprio Paese, accelerando il più possibile la sostituzione del documento. Il ritardo inevitabile può creare stress e tensione sia al calciatore sia allo staff tecnico, soprattutto nei momenti chiave della stagione.

Le restrizioni legate a pandemie, emergenze sanitarie o politiche possono complicare ulteriormente la situazione. Anche con passaporto valido e visto, alcune regole locali possono impedire l’ingresso immediato, costringendo il club a soluzioni alternative. In sintesi, la gestione dei documenti di viaggio è diventata un elemento cruciale per garantire la presenza dei calciatori in campo, al di là della loro condizione fisica o tecnica.

Amauri e i problemi con il passaporto

In una lunga intervista a Fanpage.it, l’ex attaccante italo-brasiliano Amauri ha ripercorso i momenti più difficili della sua carriera, tra cui la chiamata in Nazionale. “Purtroppo il passaporto non arrivò in tempo. Doveva arrivare a novembre 2009, ma per un cambio di legge arrivò a marzo 2010, quando Lippi aveva già fatto la squadra. E non era neanche un momento felice per me”, ha raccontato. Questo imprevisto gli impedì di partecipare a un’occasione che aveva sognato a lungo.

Sempre nel 2010, Prandelli lo convocò: “Fu uno dei giorni più felici della mia vita. Da Torino a Firenze, in macchina con Marchisio, arrivò la telefonata della convocazione. Piangevo e mi ripetevo: ‘Ca***, sono arrivato a rappresentare l’Italia’. Avevo coronato un sogno”. Tuttavia, un infortunio contro il Lecce a settembre lo costrinse a giocare con dolore e compromesse le sue prestazioni, portandolo lontano dal rendimento che i tifosi e la squadra si aspettavano.

Amauri
Amauri – fonte Instagram – napolipiu.com

Rinascita e nuovo infortunio

Nella seconda parte dell’anno Amauri si trasferì al Parma, allora quart’ultimo in classifica. Nonostante le difficoltà, segnò 8-10 gol contribuendo a salvare la squadra dalla retrocessione. Proprio in quel periodo Prandelli lo osservò e lo ritenne pronto per tornare in Nazionale.

Durante una partita a Udine segnò una doppietta, ma un nuovo infortunio lo fermò per sei mesi alla Juve, facendogli perdere l’opportunità di partecipare agli Europei. La carriera di Amauri dimostra quanto fortuna, tempistiche e salute possano incidere sul percorso di un calciatore di alto livello.