Kvicha Kvaratskhelia ha rilasciato una lunga intervista a Il Mattino, parla di Spalletti e del suo arrivo al Napoli. Giornata di interviste in casa Napoli quella di ieri, dato che pure Osimhen ha parlato ma al Corriere dello Sport.
Il Mattino – Intervista a Kvaratkshelia
- Cosa rappresenta per lei questo momento?
“La Champions League rappresenta il mio primo sogno legato al calcio, praticamente da quando ho iniziato a giocare sogno una partita in questa competizione così prestigiosa. Peraltro a Napoli l’atmosfera è ancora più coinvolgente e infatti non vedo l’ora di scendere in campo in quelle partite”. - Per farlo, in che posizione si sente maggiormente a suo agio?
“La mia posizione preferita è quella di esterno sinistro, ma sono a disposizione del Napoli: mi adatto a giocare un po’ ovunque. Mi piace tirare i calci piazzati ma ho visto che nel Napoli ci sono anche altri ottimi tiratori, spetterà all’allenatore decidere. Se lo chiedesse a me sarei molto felice”. - Con Spalletti che rapporto avete?
“Si sta dimostrando un grandissimo maestro. Mi insegna ogni giorno qualcosa di nuovo ed è bello vedere che lo fa con tutti. In questo periodo di ritiro abbiamo poco tempo a disposizione
per preparare la stagione e lui sta facendo di tutto per trasmetterci le sue idee alla perfezione”. - Lui come se la cava con il russo?
“Qualche parola me la dice, ma poi preferiamo sempre comunicare in inglese per essere più diretto”. - E lei, invece, come se la cava con l’italiano?
“In realtà qui mi hanno detto che devo imparare prima il napoletano e poi l’italiano. Ho imparato solo qualche parola, ma in squadra ho ottimi insegnanti che mi possono dare una
bella mano. In compenso ho già imparato a conoscere la cucina: pizza, mozzarella e caffé di Tommaso, il nostro magazziniere, sono insostituibili”. - A 21 anni come si vive così lontano da casa?
“Ahimé, ho imparato molto presto a vivere lontano dalla mia famiglia perché a 17 anni ero già in Russia alla Lokomotiv. So che questo fa parte del mio lavoro e sarà così fino a quando
sarò un calciatore”. - A proposito di Russia, a marzo ha lasciato il Rubin Kazan per fare ritorno in Georgia alla Dinamo Batumi a causa della guerra.
“A Kazan sono stato due anni e soprattutto nell’ultimo periodo stavo alla grande. Poi però è scoppiata la guerra e ho capito che dovevo fare ritorno a casa. Non avevo paura della guerra,
ma sentivo il bisogno di tornare nella mia terra, in uno stato più sicuro. In Georgia il calcio è vissuto in maniera molto passionale: nell’ultima gara che ho giocato con la nazionale i tifosi si
sono spostati da una parte all’altra dello stadio all’intervallo per potermi vedere da vicino: è stato incredibile”. - E ora come si sente da nuovo arrivato nel Napoli?
“È una sensazione bellissima. I compagni mi hanno accolto alla grande. Tutti mi vogliono bene. In poche settimane mi hanno fatto sentire a casa, mi hanno accolto come se fossi una
famiglia. È una cosa eccezionale”. - E a Napoli ha già deciso dove vivere?
“Non ho ancora, ma soprattutto all’inizio vorrei prendere casa vicino al centro sportivo così da essere concentrato al massimo sul lavoro”.