Il ricordo di Luigi Necco: Lo scudetto fu il riscatto di Napoli. Il 10 maggio 1987 il telecronista era a bordo campo «Anche le fontane furono dipinte di azzurro»
di: Mario Basile CdM
Il ricordo di Luigi Necco
NAPOLI «La storia ha voluto una data» ripetono i tifosi del Napoli rievocando il primo scudetto in un dolce volo di memoria: 10 maggio 1987. Luigi Necco, storico giornalista Rai e volto del mitico Novantesimo Minuto targato Paolo Valenti, quella giornata ce l’ha stampata nella mente:
«Fu splendida, attesa da sessant’anni nelle strade l’azzurro circondava qualunque cosa. Le autorità per una volta avevano dato il permesso di dipingere anche le fontane».
E della partita con la Fiorentina cosa ricorda?
«Non ero al mio solito posto in tribuna. Da Roma vollero che la seguissi dal campo, dietro la porta della Fiorentina. Ero in collegamento con la trasmissione di Raffaella Carrà. Quando segnò Carnevale io e Ameri urlammo: “Gol!”. All’unisono».
Lo scudetto fu il riscatto di Napoli
«Fu irripetibile e travolgente. Ma tutta Italia voleva che il Napoli vincesse. La città inoltre attraversava uno dei suoi peggiori momenti dal punto di vista amministrativo. Lo sport veniva a dare quella speranza che il Napoli si era conquistato con il coraggio di Ferlaino e Juliano di andare a prendere Maradona.
Quel giorno in città tutto palpitava. C’era un entusiasmo condiviso da una città che sembrava più grande, bella e gentile. Pareva che tutti avessero toccato il cielo con un dito».
Da dove raccontò i festeggiamenti?
«Dopo il collegamento con Novantesimo Minuto mi toccava quello per il telegiornale, ma c’era una folla incredibile per la strada, non si poteva passare. Fu decisivo l’aiuto di un vigile urbano: mi portò in motocicletta davanti al San Carlo. Feci da lì il collegamento, in mezzo a un tripudio di gente in festa».
Il Napoli è vicino al terzo scudetto?
«Lo è stato l’anno scorso e non ne ha voluto approfittare. E in questa stagione è accaduto lo stesso. La squadra è cresciuta, ha potenzialità, ma c’è bisogno di investire tanto».