Erri De Luca ha parlato in una lunga intervista a Il Mattino. Lo scrittore si è soffermato sulla questione coronavirus e anche sulle implicazioni sociali.
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Quando Erri De Luca parla lo fa sempre con estrema chiarezza, con un fascino unico ed una profonda calma che riflette la profonda cultura dalla quale attinge. Lo si capisce anche dall’intervista rilasciata a Il Mattino, in cui lo scrittore mette a nudo i suoi timori:
Temo l’esplosione delle disparità. Finché si era tutti in casa, tutti uguali nella ristrettezza, il sentimento di condivisione ci ha tenuti tutti uniti. Ora le diversificazioni adottate, con categorie avvantaggiate e altre penalizzate, rischiano di sgretolare un tessuto sociale già fortemente provato. Occorrerà aver la massima attenzione, soprattutto per l’attività di governo questa è la prova più difficile i cui effetti si riverseranno sulla fase successiva.
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De Luca: il Sud e la bomba sociale
A preoccupare lo scrittore Erri De Luca è la crisi economica, che sta già investendo milioni di persone in Italia.
Vedo le file di persone al Monte di pietà. E’ il segnale inquietante di un impoverimento che si è già avviato, l’allarme per una radicalizzazione che porterà chi chi meno ha ad avere sempre di meno. Lo sconvolgimento sociale sarà pesante. Il governo finora ha agito come una sorta di comitato di salute pubblica senza marcate differenziazioni tra centro, sinistra e destra, muovendosi sulla scorta delle indicazioni degli esperti. I cittadini hanno risposto con grande serietà, reagendo con straordinario senso civico perché ha constatato che ci si stava occupando della loro salute.
Secondo De Luca che parla a Il Mattino in questo momento: “L’economia e la finanza hanno perso la loro priorità nell’agenda politica. A imporsi è la salute. Il governo da suddito del Pil è diventato paladino della tutela della vita, l’emergenza ha ammutolito i banchieri che non avevano più niente da dire e consegnato ai medici autorità e diritto di ascolto“.