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De Laurentiis: “Osimhen, vissuto giorni d’inferno. Milik una sfinge. Volevo Immobile e Jovic, vi dico tutto”

Aurelio De Laurentiis parla di Victor Osimhen e Arkadiusz Milik dalle colonne del Corriere dello Sport, il calciomercato è l’argomento principe.

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Victor Osimhen e Arek Milik sono argomento di discussione del presidente Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli parla di calciomercato e del colpo Osimhen, calciatore che piaceva a tante big europee, ma su cui il club azzurro ha creduto prima di tutti gli altri.

Osimhen? È stata una grandissima intuizione di Giuntoli ed è l’attaccante con le caratteristiche che cercava Gattuso. Ho conosciuto Osimhen ed è un ragazzo straordinario ma confesso che abbiamo vissuto giorni di inferno. Avevamo discusso e trovato una certa affinità con i suoi manager, quando all’improvviso è cambiata la scena ed è arrivato un nuovo procuratore.

Immobile? Mi piace e anche tanto. Lo volevo già quando esplose a Pescara con Zeman, avrei preso volentieri lui con Verratti, insieme a Insigne che era già nostro. Certo, se dessi a Gattuso anche Immobile, ne sarebbe felice. Ma dovrei vendere i due-terzi dei nostri big, anche perché con il monte ingaggi siamo arrivati a 150 milioni.

Altri attaccanti seguiti? Ci siamo visti con Ramadani, c’era la possibilità di arrivare ad Azmoun o a Luka Jovic del Real Madrid. Ma quando s’è presentata questa possibilità…”

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MILIK UNA SFINGE

Ma se Osimhen è in cassaforte, De Laurentiis non può dire la stessa cosa di Milik. Il calciatore polacco oramai sembra svogliato ed indolente. Le ultime prestazioni hanno fatto arrabbiare anche mister Gattuso.

“Se vogliono Milik, è sufficiente pagarlo. Altrimenti resta qui e poi bisognerà guadagnarsi la considerazione dell’allenatore. Milik è sul mercato da sempre. È da quando lo conosco che gli chiedo di allungare il contratto, lui mi guarda e non risponde. Sembra una sfinge. Andrà via al miglior offerente, perché non farò sconti a nessuno.

Gattuso? È partito il suo ciclo, quello di un uomo vero e di ex calciatore vincente, che non ha voglia di rivincita, né economiche né sociali. Rinnovo? Se si troverà bene il matrimonio potrà continuare, se invece non si sentirà garantito, non vedo perché dovrei costringerlo a rimanere”.

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