Simone Verdi è indeciso se accettare Napoli. Quello partenopeo oggi è un club modello, celebrato in tutta Europa. Il Napoli è cresciuto anche grazie ai rifiuti, ma chi ha detto no al Napoli si è sempre pentito. Da Gonalons a Lapadula ecco i casi più eclatanti.
NAPOLI, L’imprenditoria, fatta in un certo modo, porta sempre i suoi frutti. Prendete Aurelio De Laurentiis e il suo Napoli, scrive il Roma, che in poco più di dieci anni sono passati dalla Serie C alla lotta per lo scudetto. Lungimiranza e capacità di sfruttare al massimo tutte le risorse a disposizione. Anche quando sono poche e serve una maggiore creatività per portare avanti la baracca.
Simone Verdi è indeciso
La crescita di un club, però, si vede anche dagli obiettivi sul mercato e dalla disponibilità che i grandi giocatori – o potenziali tali – danno a sposare una determinata causa. Simone Verdi è indeciso se accettare Napoli, ma un grande club non si rifiuta, e chi lo ha fatto si è sempre pentito..
I grandi e piccoli rifiuti: Da Gonalons a Lapadula
Fa parte proprio della crescita ritrovarsi dinanzi a momenti difficili ed a rifiuti inaspettati. Già, i rifiuti: quei ‘no’ che sul mercato troppo spesso sono stati pronunciati al Napoli. La lista è lunga e il coefficiente di forza del diretto interessato varia di anno in anno. Tra questi, ad esempio, tra gli ultimi c’è un nome che adesso è tornato di moda (anche se è stato subito archiviato causa di forza
maggiore) come quello di Sime Vrsaljko. Era l’estate del 2016 e il terzino croato preferì la direzione Atletico Madrid a quella azzurra, nonostante le due offerte fossero abbastanza simili e, anzi, a Napoli l’ex Sassuolo avrebbe avuto la certezza di essere titolare. Prima ancora c’erano stati anche i dinieghi di Maxime Gonalons e Corentin Tolisso, entrambi in forza all’Olympique Lione, che per detta stessa dell’agente Frederic Guerra dissero di no a causa delle voci negative che ruotavano attorno alla città. Quando si trattava di calciatori provenienti dall’estero, difficilmente il Napoli riusciva a piazzare il colpo. Basta pensare a Lapadula due estati, (l’attaccante non voleva fare la riserva di Higuain), a Klaassen, che non volle muoversi dall’Ajax nel 2015, o anche a Kramer, Vecino, Boateng, Lassana Diarra e chi più ne ha più ne metta.
Non solo rifiuti, qualcuno ha cambiato idea e deve al Napoli la propria fortuna
C’è anche chi però è riuscito a cambiare idea, per meriti del club o per altre ragioni. Un esempio su tutti è quello di Piotr Zielinski: dopo aver titubato per un bel po’, con tanto di rifiuto secco iniziale al Napoli per muoversi in direzione Liverpool, salvo poi dirottare nuovamente l’interesse sulla squadra di Maurizio Sarri, suo maestro. “Ho preferito il Napoli al Liverpool”, dichiarò lo stesso polacco pochi giorni dopo il suo trasferimento, chiaro segnale di come un lavoro ai fianchi possa far cambiare idea a tutti, anche quando c’è da competere con club più blasonati. Adesso la musica è cambiata. In attesa di capire la decisione di Verdi, che arriverà nei prossimi giorni, il presidente sta già sondando altri profili. Perché il Napoli si è abituato a qualche rifiuto, ma non si è mai fatto trovare impreparato.