Cremonese-Napoli è la partita di Gigi Simoni, L’ex tecnico era legato ai grigiorossi ma soprattutto ai partenopei.
La nona giornata di Serie A vede il Napoli far visita alla neopromossa Cremonese. Azzurri protagonisti di un momento d’oro tra campionato e Champions, grigiorossi chiamati a risalire dal fondo della classifica.
La vittoria straripante del Napoli ad Amsterdam ha certificato lo stato di grazia della squadra di Spalletti, al vertice in serie A con 20 punti e nel proprio girone di Champions: nell’ultimo turno, i partenopei hanno battuto 3-1 il Torino. Cremonese invece in piena zona retrocessione a quota 3 e reduce dal pareggio di Lecce.
CREMONESE-NAPOLI, LA PARTITA DI SIMONI
Cremonese-Napoli è la partita di Gigi Simoni, uomo perbene e maestro di calcio scomparso il 22 maggio 2020 dopo lunga agonia durata undici mesi. Simoni è quanto di più lontano dai tecnici moderni, tutti soldi, vestiti firmati e vita di lusso.
Gigi è stato un allenatore che ha scritto la storia del calcio italiano, in cui ha vissuto da calciatore e soprattutto da allenatore a tutti i livelli, dalle partite con la Carrarese in serie C al trionfo in Coppa Uefa con l’Inter di Ronaldo il brasiliano nel 1998. Sono state 1126 le sue partite in panchina, prima di intraprendere la carriera dirigenziale, conclusa proprio a Cremona nel 2016.
Sul campo dello stadio Zini, venne proclamato allenatore del secolo grigiorosso, con una promozione, due salvezze e la conquista del trofeo Anglo-italiano nel mitico Wembley. Un segno importante lo lasciò anche a Napoli, dove allenò due volte.
LE DUE VOLTE A NAPOLI
Gigi Simoni era stato calciatore del Napoli per un breve periodo all’inizio degli anni Sessanta. Fece parte di quel Napoli che vinse la Coppa Italia 1962 con Petisso Pesaola in panchina, unico club di serie B a conquistare quel trofeo nella storia. Nel 1996, dopo aver fermato due volte gli azzurri in campionato con la Cremonese, venne scelto da Corrado Ferlaino (e dal suo consulente Ottavio Bianchi) per guidare il Napoli in sostituzione di Vujadin Boskov.
Nel ritiro di Lavarone, in Trentino, Simoni, creò un gruppo di acciaio e i risultati si videro subito: a fine dicembre gli azzurri erano al vertice della classifica. Ma poi accadde qualcosa. Simoni venne contattato da Massimo Moratti che gli offrì la panchina dell’Inter per la successiva stagione.
Si irritarono Ferlaino e Bianchi mentre la squadra perdeva colpi in campionato e scivolava verso le zone basse della classifica. Dopo la semifinale di Coppa Italia, guarda caso contro l’Inter, e l’accesso degli azzurri alla finale contro il Vicenza mister Gigi venne esonerato.
Sarebbe tornato a Napoli nel 2003, in serie B, per sostituire Andrea Agostinelli, convocato dal presidente Salvatore Naldi e dal ds Giorgio Perinetti. La stagione più triste della storia azzurra, con un anonimo campionato in serie B e una profonda crisi societaria, sfociata nel fallimento del 2 agosto 2004.
Che tristezza, quel Napoli-Albinoleffe del 12 giugno 2004. Partita a reti inviolate e 82 paganti. Da noi il calcio sembrava essere finito. E non era certo colpa di Simoni. Un dolore anche per Gigi, che avrebbe continuato ad allenare gli azzurri.
L’ANTIPATIA PER LA JUVE
Simoni, inoltre non aveva in particolare simpatia la Juve ma che da calciatore aveva militato una stagione (’67-’68) nei bianco-neri (11 presenze e nessun gol) se ne va con un record ancora oggi imbattuto: è l’allenatore ad aver ottenuto più promozioni dalla B alla A, ben sette.