Le prime parole di Walter Mazzarri da tecnico del Napoli in conferenza stampa alla vigilia dell’importante sfida con l’Atalanta.
NOTIZIE CALCIO NAPOLI. Oggi, alle ore 15.30, il tecnico del Napoli, Walter Mazzarri, si prepara a condividere le sue prime impressioni dopo il ritorno alla guida della squadra. L’attesa è palpabile in vista della conferenza stampa che si terrà presso la sala conferenze del Konami Training Center di Castel Volturno, proprio alla vigilia dell’importante sfida contro l’Atalanta.
In un evento molto atteso, Mazzarri risponderà alle domande della stampa, fornendo insight sul suo approccio alla squadra e le strategie pianificate per affrontare le prossime sfide. Gli appassionati di calcio potranno seguire in diretta testuale l’intera conferenza stampa su Napolipiu.com, dove saranno disponibili aggiornamenti in tempo reale.
La presenza del coach è particolarmente significativa in vista del prossimo match, e i tifosi del Napoli avranno l’opportunità di conoscere direttamente dalla fonte le prime dichiarazioni del tecnico dopo il suo ritorno. La conferenza si prospetta come un momento chiave per comprendere la visione e l’approccio di Mazzarri, mentre la squadra si prepara ad affrontare una delle sfide più impegnative della stagione contro l’Atalanta.
La conferenza stampa di Walter Mazzarri alla vigilia di Atalanta-Napoli
Il responsabile comunicazione Lombardo ringrazia a nome del mister per i tanti messaggi di congratulazioni a cui non ha potuto rispondere: “Sono emozionato, giuro. Dopo 23 anni di carriera mi avete fatto emozionare di nuovo”.
Ecco le prime parole di Walter Mazzarri nuovamente al timone della squadra azzurra dopo circa dieci anni: “Questa è la squadra più forte che ho allenato. Sono un altro Mazzarri, non sono più quella che si lamenta, ho riposato tanto in questi due anni. L’anno scorso è stato fatto un capolavoro con Spalletti, mi emozionava a vederlo nella scorsa stagione, hanno fatto un bellissimo calcio in Italia e in Europa, era un piacere vederlo. Ringrazio il presidente per la chiamata”.
Che obiettivi vi siete dati?
“La cosa più facile da dire è che dopo 23 anni nel calcio, pur non avendo vinti Scudetto ma quella Coppa Italia dopo oltre 20 anni senza vincere e ricordo cosa accadde dopo quella vittoria con la Juventus… ma probabilmente una squadra che non è abituata a vincere Scudetti era quasi fisiologico pagare qualcosa, i ragazzi stessi inconsciamente mollano alcuni particolari e rincorse agli avversari. Io ho studiato tanto, mi aggiorno sempre, c’è stato un cambiamento negli ultimi 3-4-5 anni e sarebbe stato più difficile per chiunque quest’anno. Con la mia esperienza provo a far capire i pericoli, che tutti ci attendono ancora con più attenzione e non bisogna sottovalutare niente per vincere di nuovo le partite, questo è il mio compito”.
Cosa mi ha chiesto De Laurentiis?
“Io ho un rapporto con lui da quando sono andato via, c’è stato un equivoco per un paio di anni, poi ci siamo risentiti e c’è stato un rapporto così bello, in amicizia, ci diamo del tu, al di là del mio ritorno da allenatore. Il rapporto è importante, chiedetelo a lui e sarà il primo a dirlo”.
Calendario impegnativo?
“Sono nato per soffrire… Anguissa l’ho visto oggi per la prima volta, non posso dirvi tanto. Ho parlato con quelli che c’erano, un po’ di esperienza ce l’ho anche nei subentri, credo abbiano capito cosa ho detto a quei pochi che c’erano. Io vigilerò sul particolare, mi piace dire così. Si gioca ogni 3 giorni, staremo sempre qui, in ritiro, capirò meglio ciò che ho percepito”.
“Osimhen? Ho avuto la sensazione di un ragazzo davvero stupendo, è un generoso. A lui interessa vincere con la squadra, non si risparmia mai. Ora sta rientrando, sarò più preciso su di lui tra un po’ di tempo”.
“Chi giocherà domani in attacco, Raspadori o Simeone? Non mi piace dare vantaggio agli avversari, si tratta di due attaccanti con caratteristiche diverse. Le mie valutazioni saranno fatta su tanti aspetti, punterò su chi sarà più fresco. L’Atalanta è una grande squadra, non voglio dare vantaggi a un grande allenatore come Gasperini”.
“Quelli che mi chiamano bollito? Se il bollito è buono, me lo mangio anche io (ride ndr)! Non rispondo a queste sciocchezze. L’intensità della squadra? Ho avuto poco tempo per valutare certe cose, non mi permetterai mai un allenatore che ha lavorato prima di me, lavorerò con Pondrelli”.
“Che modulo userò? Sono un allenatore che può fare qualsiasi modulo, a Coverciano lo sanno bene, in questo ultimo anno e mezzo ho studiato tanto. In merito alla conoscenza diretta della squadra sceglierò il modulo adatto alle caratteristiche. La prima cosa che penserò di fare è quella di farla giocare come lo scorso anno, poi prenderò eventuali accorgimenti di partita in partita”.
“Sono fiducioso, bisogna buttarsi nelle situazioni, così come ho fatto nella mia precedente esperienza al Napoli. Obiettivi? Difficile parlare di obiettivi, per me ogni partita si deve giocare alla morte. La prima verifica sarà proprio domani, per nessuno è facile affrontare l’Atalanta. Raccoglierò dati”.
“Scudetto? Iniziamo a vincere le partite, non ha senso parlare di Scudetto, siamo a 10 punti dall’Inter. Bisogna vincere le partite e poi vedremo dove siamo arrivati”.
“Osimhen simile a Cavani? Verissimo, sono molto simili, hanno la stessa tipologia di gioco”.
“Napoli per me è casa mia. Vi racconto un aneddoto, De Laurentiis mi ha fatto vedere uno spezzone del film dello Scudetto, mi sono venuti i brividi, la pelle d’oca. Sono entusiasta di essere qui. I napoletani hanno sempre dimostrato affetto nei miei confronti”.
“La grande scalata del Napoli è partita da me, la società è stata brava a migliorare sempre. Il Maradona? Questa è una piazza importante, è una società rispettata in tutta Europa. Allenare il Napoli è una grande responsabilità”.
“Se sognavo di tornare a Napoli? Questa domanda me la feci anche io alla fine del primo ciclo. Dopo il secondo posto, mi resi conto che sarebbe stato difficile fare ancora meglio. Ero al quarto anno in azzurro, dovevo arrivare più del secondo. Kvara simile a Lavezzi? La posizione è uguale, le caratteristiche sono diverse. Lavezzi non rientrava come fa Kvara, non può essere paragonato. Lavezzi non aveva il fiato di rientrare, si tratta di due giocatori diversi. Come qualità offensive invece sono simili”, ha concluso Mazzarri.