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A Madrid è un’apocalisse tutta “itagliana”. Abbiamo perso punti e serietà

Alla Juve non riesce l’impresa. A Madrid finisce 1-3. Ma la vera sconfitta è nel post partita

Non faccio fatica ad ammettere quanto la Juve sia stata strepitosa al Bernabeu. Si è vero, tifo Napoli con sfumature (???) anti juventine, ma i miei occhi hanno visto una squadra tosta, che non si è mai arresa, e che con intelligenza aveva pareggiato i conti. Capovolgere lo 0-3 dell’andata si presentava come un’impresa. E ai ragazzi di Allegri, l’impresa stava quasi riuscendo. Insomma, si sentiva già nell’aria il profumo dei supplementari. Fino a quando Benatia non interviene in maniera scomposta su Vazquez e l’inglese Oliver fischia un rigore, a mio avviso sacrosanto, dove Cristiano Ronaldo mette dentro come logica vuole. Poteva essere una settimana di Champions fantastica per le italiane impegnate. La Roma, che grazie ad un’altra impresa epica, riesce a superare il Barcellona e raggiungere le semifinali. E la Juve, che nonostante l’eliminazione, aveva fatto vedere i sorci verdi a Zidane e soci.

Dal rigore concesso, alle dichiarazioni post gara. Il calcio italiano, a Madrid, perde punti e serietà

Ma a mio avviso, così non è stato. Al triplice fischio, il calcio italiano ha perso serietà e lume della ragione. Chiellini, che evidentemente conoscendo come funzionano certe cose, dice a Varane che la partita l’hanno comprata. Agnelli che nel post partita, così come per magia vuole il Var in campo, tralasciando che con la tecnologia, molto probabilmente il gol di Isco nel primo tempo sarebbe stato convalidato, e non tutti i mali venivano per nuocere, perchè ciò voleva dire che l’anima in pace ci sarebbe andata prima e magari senza troppe polemiche. Poi il microfono passa “all’esempio italiano di sportività”, Gianluigi Buffon… Si proprio lui, quello che dopo il gol clamorosamente annullato a Muntari in un famoso Milan-Juventus di qualche anno fa, disse “Se pure avessi visto la palla entrare, non avrei aiutato l’arbitro”… Insomma, il Gigione nazionale, è quello che perde la bussola più di tutti. Non tanto per il rosso diretto, perchè non conosco il contenuto delle proteste, ma perchè a fine gara dà inizio al valzer delle cose senza senso. Il campione bianconero (grande portiere per carità), dice che un rigore così non andava fischiato, per una questione di coscienza e di cuore (per una questione de che…?), questo perchè la sua Juve stava dando tanto (e non possiamo di certo dire il contrario), e non poteva essere eliminata per un rigore al 93 esimo. Adesso chi lo dice a Vigorito che Sabato scorso, per una questione di coscienza e di cuore, l’arbitro Pasqua poteva risparmiarsi i due rigori alla Juve, per due falli di entità nettamente inferiore rispetto a quello commesso da Benatia al Bernabeu? Anche il Benevento stava dando tantissimo in campo. Lo show di SuperGigi continua alla grandissima, nel delirio più assoluto, ma che non riporto i contenuti per non cadere troppo nel sarcasmo.

Non solo la Juve. Anche la stampa italiana perde credibilità a Madrid. Mino Taveri sventola una banconota in tribuna, Premium Sport fa il resto

Di Agnelli abbiamo parlato. Di Chiellini e SuperGigi pure. Chi manca? Mancano i nostri belli, eleganti, seri e professionali giornalisti. Tralasciamo cosa scrivono oggi le principali testate italiane che ormai non fanno più notizia, ma tra un Mino Taveri che in tribuna al Bernabeu sventola una banconota da cinquanta euro, e lo studio di Premium Sport che s’inventa un’immagine esclusiva, con un fermo immagine più falso di una banconota da due euro, dove riprende un Benatia preciso e puntuale sul pallone, fregandosene della ginocchiata al costato rifilata a Vazquez, beh possiamo dire che la serata può pure chiudersi così. D’altra parte l’informazione italiana è questa. Ce la cantiamo e suoniamo tra le mura amiche, ma il sistema calcistico italiano, ormai da anni, ha perso di credibilità e serietà agli occhi del calcio europeo.

Nella doppia sfida contro il Real Madrid, per i bianconeri otto ammonizioni e due espulsioni.

E infine, giusto per voler dare spazio ai numeri, diciamo pure che la Juve negli ultimi quattro incontri di Champions ha subito quindici ammonizioni e due espulsioni. In Serie A, ha totalizzato lo stesso numero di gialli in dieci partite e un solo rosso in trentuno giornate di campionato. Infine, il fallo di Benatia su Vazquez è molto simile a quello che lo stesso Benatia fece su Lucas Leiva in Lazio-Juventus (0-1 risultato finale), dove il direttore di gara (Banti da Livorno) fece finta di nulla. Come sostengo da tempo, la Serie A per i bianconeri non è un allenamento salutare in vista delle sfide di Champions. In Europa, la Juve porta tutte le cattive usanze del calcio italiano: simulazioni, falli tattici, il protestare sempre e comunque, accerchiamenti arbitrali, avversari spesso inesistenti. Insomma, tutte cose che la vetrina della Champions assolutamente non è disposta a concedere.