Josè Luis Vidigal, mediano portoghese, arriva al Napoli dopo Euro 2000 e subito diventa figlio di Partenope. L’addio nell’estate del 2004 con il fallimento del club azzurro.
Euro 2000, l’Italia ci fa sognare sfiorando un trionfo sfumato solo ai supplementari per mano di Trezeguet (un golden goal, per noi, deprimente), ma nel frattempo c’è chi dal torneo trae indicazioni preziose in chiave mercato. Chi? Il Napoli, che si innamora di Josè Luis Vidigal.
Quattro partite su cinque nel cuore del centrocampo e scintilla scoccata: Corbelli e Ferlaino confezionano il colpo, dieci miliardi delle vecchie lire versate nelle casse dello Sporting (da cui viene preso in prestito anche il difensore argentino Facundo Quiroga), Vidigal diventa figlio di Partenope.
La tormentata storia d’amore tra Vidigal e gli azzurri si conclude nell’estate del 2004, la stessa che certifica il fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli prima che Aurelio De Laurentiis ridesse vita e speranza ai tifosi. I calciatori si svincolano e lo fa anche Vidigal, che da parametro zero sceglie di rimanere in Italia, firma col Livorno di Spinelli e ritrova la Serie A.
VIDGAL SUL NAPOLI -UDINESE
José Luis Vidigal non dimentica Napoli e ai microfoni di Radio Marte rivela anche un retroscena di mercato:
“Seguo il Napoli a distanza, fa parte della mia vita ormai. Sono cresciuto lì come uomo e calciatore, la mia famiglia è iniziata lì. Io mi sono spostato 3 giorni prima di andare a Napoli. Napoli per noi significa tantissimo.
Scudetto? Magari! Le magliette le abbiamo già, lo festeggeremmo volentieri. Chi mi somiglia nel Napoli? Per caratteristiche direi Anguissa, anche se lui ha più palleggio e meno inserimenti. Fisicamente le caratteristiche si assomigliano, dal punto di vista tecnico però è un po’ diverso. Io avevo più inserimenti, giocavo più vicino alla porta, lui più nel controllo della palla.
Sto cercando il prossimo Rafael Leao, così lo porterò a Napoli. Io l’ho conosciuto, l’ho fatto crescere un po’ anche io allo Sporting Lisbona, ero direttore dell’academy giovanile. Doveva un po’ controllare il suo carattere, finalmente ha ritrovato equilibrio. Giocatore di altissimo livello che fa la differenza. Speriamo di trovarne uno nuovo e portarlo a Napoli. Per vincere uno Scudetto non basta avere dei giocatori tecnicamente forit, servono anche intelligenza ed esperienza, calciatori che abbiano chiari i tempi di casa.
Nunez del Benfica? C’è una clausola di 100 milioni, lui ha 22, Nazionale uruguaiano, segna in campionato, segna in Champions League. Ha margini di crescita e voglia di giocare, vedremo dove arriverà.
Rendimento in casa? Si può e si deve migliorare.
Osimhen? l’Udinese non gli darà tutto questo spazio, visto il 3-5-2 con gioco basso e transizioni offensive. Bisognerà avere gente più vicino al nigeriano, magari togliendo anche il suo riferimento e spostando un po’ l’organizzazione difensiva dell’Udinese.
Cioffi ha ritrovato l’equilibrio della squadra, mi sembra siano 4 partite che non perdono.
Beto fisicamente è fortissimo, un animale, si porta dietro 2-3 avversari e poi scarica su Deulofeu. Il 7° rendimento casalingo è pochissimo per chi vuole vincere lo Scudetto.
Più facile che il Napoli vinca lo Scudetto o che l’Italia vada al Mondiale? Io spero entrambe! Non sarò tanto simpatico in chiave Nazionale ma immagino che mi capirete. Il Napoli deve assolutamente vincere la prossima partita, non importa come”.