NAPOLI NOTIZIE

Tre anni fa ci lasciava Pino Daniele. Ciao guagliò… ci manchi

Tre anni fa ci lasciava Pino Daniele. La sua musica, le sue parole non possono che accompagnare il nostro quotidiano, le nostre giornate di lavoro, o perchè no, anche le mura di casa nostra, con le nostre mogli, mamme e sorelle, impegnate nelle faccende domestiche. Questo da sempre e ancora oggi. C’è una cosa che ricordo con molto affetto. Una mattina, era più o meno il periodo natalizio, mi recai a San Gregorio Armeno come da tradizione. Una giornata all’insegna del napoletanesimo. A via Duomo, attratto dal profumo di una sfogliatella frolla, mi fermai alla vetrinetta e ne chiesi una. Andai via con la sfogliatella “arravugliata” nella carta, e piano mi recai nei vicoletti dei presepi. Vicoli stretti, dove si sente il calore di una Napoli magica e poetica, e il Natale ti entra nei polmoni passando prima dal cuore, anche se il sole fa fatica ad affacciarsi. Tutto d’un tratto si aprì una finestra, di quelle antiche. E si affacciò una napoletanissima signora, che inconsapevolmente donò al vicoletto le note di “Yes i know my way”.

Siente fa’ accussì,
nun dà retta a nisciuno…
fatte ‘e fatte tuoje
ma si ‘e suffrì’ caccia ‘a currea.

Siente fa’ accussì,
miette ‘e creature ‘o sole…
pecchè hanna sapè’ addò fà friddo
e addò fà cchiù calore.

Parole che rispecchiano il nostro quotidiano, dando voce a quella che è l’indole dei napoletani. Pino Daniele era Napoli. Era Napoli nella sua voce, nella sua musica e nei suoi testi. La napoletanissima signora, dopo aver messo “la cajola del cardillo” al suo posto, entrò dentro. Ma grazie a lei, quelle note mi accompagnarono per tutta la mezza giornata napoletana.

Tre anni fa invece, ero in macchina. Era una fredda mattina di Gennaio. Ore 8 più o meno. Ascoltavo le notizie alla radio. Radio Italia, ne diede una triste. La morte di Pino Daniele. Impiegai quasi un minuto per credere a quelle parole. Ebbene sì. Pinuccio ci aveva lasciato. Senza nemmeno un avvertimento, senza nemmeno un saluto alla sua maniera. In eredità ci ha lasciato la sua musica, le sue strofe, i suoi pezzi ispirati da una Napoli croce e delizia, bella e dannata, con tutto il suo bagaglio di contraddizioni.

Perchè Pino era così. Dava voce ai suoi pensieri, e lo stesso faceva nelle sue canzoni. Ciao guagliò, alla musica manchi tanto. Ma i tuoi pezzi, restano indelebili nel tempo. Ancora oggi, nei bar avvolti dal profumo del caffè, sul proprio posto di lavoro, in auto, e nei vicoli della nostra città, le tue note vengono trasportate dal vento, facendo da colonna sonora alla nostra Napoli.

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