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GAZZETTA: Lo striscione di Verona e i cori contro Napoli sono veri atti di razzismo. Basta protezione per fini elettorali

Lo striscione di Verona e i cori contro i napoletani per la Gazzetta dello sport sono veri e propri atti di razzismo e come tali vanno trattati.

Lo striscione firmato dagli ultrà della curva del Verona, ha indignato tutti. Ma l’impressione è che alla indignazione come al solito seguirà il solito vuoto pneumatico . La “trovata” è a dir poco allucinante: le bandiere della Russia e dell’Ucraina accomunate e sotto le coordinate geografiche di Napoli. Insomma un incitamento a bombardare il capoluogo partenopeo.

LO STRISCIONE E I CORI DI VERONA: ATTO DI RAZZISMO PURO

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, ha pubblico un duro commento allo striscione di Verona:

“Bellissima,  l’iniziativa di raccolta fondi per gli ucraini lanciata dall’Hellas Verona. Peccato che dentro: prima, durante e dopo la partita, si sia respirato un clima di odio, violenza e discriminazione. Ululati, cori irripetibili contro i napoletani, che rispondevano per le rime in una escalation che il giudice sportivo liquiderà come «discriminazione territoriale» ma che è intolleranza razzista e fin quando la nostra società non la combatterà come tale saremo all’anno zero della civiltà. Perché la politica le curve ha cercato sempre di ruffianarsele a fini elettorali. Mentre i club che- per connivenza o paura – non hanno mai contrastatole derive inaccettabili degli ultrà. Infine la Lega calcio incapace anche di auto regolamentare i propri club su questo, come se poi marketing e diritti televisivi non dipendano anche da questa orrenda faccia che mostriamo”.

IL MESSAGGIO DI SPALLETTI

Luciano Spalletti, ha sentito il dovere umano prima che professionale di intervenire sul tema, in maniera netta e senza schiacciare l’occhio alla propria parte di tifoseria:

«Ho sentito dei cori orribili. Siamo arrivati al punto di dire basta. Facciamola finita con chi vuole comunicare solo odio. Saranno schiacciati dal loro stesso odio. Questa gente deve andare via dagli stadi, deve essere cacciata, che tifi per un’altra squadra o per la mia non cambia. Chi sbaglia fuori. E spazio alle famiglie e ai bambini. Il calcio deve essere una festa. Bisogna farla finita».

Basterebbe sottoscrivere questo semplice concetto espresso dall’esperto allenatore, che ha parlato più da padre, per dare una svolta al movimento del calcio.

POLITICA RUFFIANA CON LE CURVE

Altre reazioni, arrivano dal mondo dello sport e dalla gente comune.  Vi risparmiamo quelle della politica alla ricerca di ruffianerie con l’elettorato al Sud. Anche perché ci sono partiti che cambiando latitudine cambiano anche pensiero in merito. Fra i tanti commenti sui social, ecco quello dello scrittore Maurizio De Giovanni: «Raffinato, intelligente e geografico striscione della curva veronese, che dà ai missili russo ucraini la corretta localizzazione dell’obiettivo. Sempre ammirevolmente pronti a cogliere elementi di stretta attualità per rinnovare la propria profonda idiozia razzista. Solo per farci capire con un plastico esempio a che punto può arrivare l’imbecillità (sub) umana, e come, in un cervello troppo angusto possano mescolarsi cose molto serie e fesserie».

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