Riccardo Signori parla della morte di Maradona e quella di Paolo Rossi, confrontando la reazione di Napoli e quella di Vicenza.
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Nemmeno la morte riesce a fermare lo sputtanapoli. Riccardo Signori sulle pagine de il giornale mette a confronto la reazione di Napoli e quella di Vicenza in relazione alla morte di due idoli: Maradona e Paolo Rossi.
L’articolo comincia con il solito attacco a Napoli, i soliti luoghi comuni ormai diventati uno schema mediatico:
“Ingresso solo per inviti. Inviti appunto, non arrembaggio di massa che disegna un’Italia più folkloristica. Abbiamo visto Napoli riesplodere tra fuochi d’artificio, ammucchiate selvagge, pianti senza mascherina, cortei senza limiti, trasgressioni al senso civico di un mondo ora diverso da quello illustrato dal suo idolo”.
“Oggi c’è paura a baciarsi ed abbracciarsi, vivere e morire tintinnano di un suono diverso. Eppure Napoli è tornata argentina senza paura, qualcuno ha detto senza rispetto per i morti che contiamo giorno dopo giorno. Ma quella è Italia, questa è Italia“.
Signori parla di dolore muto ma non esita a mettere in contrapposizione quelle che definisce le due anime del Paese facendo riferimento alla reazione dei napoletani alla morte di Diego Armando Maradona.
Dall’altro lato, le celebrazioni per Paolo Rossi. A Prato ci sarà una bandiera italiana ad ogni balcone, una commemorazione “molto intimista”. Vicenza “non lascerà zampillare fuochi d’artificio se non quelli del cuore e del pensiero”.
In città ieri, davanti allo stadio, “sfilavano tifosi in ordinato silenzio”, mentre sventolavano striscioni con la semplice scritta “Rossi gol”. I vicentini, accompagneranno Pablito ricordando, a noi tutti, che i grandi dolori sono muti”.
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Questi personaggi non si fermano davanti a nulla, paragonare il dolore di una piazza enorme come quella di Napoli, il dolore per la perdita di Maradona è stato planetario e tutti hanno dimenticato il Covid almeno per qualche giorno. Come si può paragonare il mondo alla piccola Vicenza?
Si può paragonare il dolore di popolo che ha perso il suo dio verso quello di alcuni cittadini che hanno perso un “paesano” illustre? come si può paragonare il modo di manifestare il dolore?
In tutta franchezza ci siamo davvero stancati di questi atteggiamenti. Se non siete capaci di parlare senza utilizzare Napoli per fare audience allora meglio chiudere baracca e burattini e dedicarsi alla “cardarella”.