Preferisco i soldi alla nazionale: lascia per sempre gli azzurri | Il CT è su tutte le furie
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Il giocatore ha preferito accettare una lauta somma di denaro piuttosto di indossare la maglia della propria Nazionale.
Il trasferimento di alcuni grandi talenti verso campionati meno competitivi ha segnato una svolta nel calcio moderno. È stata la dimostrazione di come il potere economico possa incidere sulle scelte professionali dei calciatori. L’idea di abbandonare i grandi palcoscenici per stipendi faraonici ha suscitato dibattiti accesi.
Molti hanno visto in quelle decisioni un segnale di resa sportiva, altri invece una scelta di vita comprensibile. Il denaro ha rappresentato una variabile troppo forte da ignorare, soprattutto per chi proveniva da contesti sociali difficili. La priorità, per tanti, è stata garantire stabilità alle famiglie.
Il fenomeno è iniziato più di dieci anni fa, quando alcune società asiatiche hanno iniziato a proporre contratti fuori mercato. In quel periodo il calcio europeo non poteva competere con quelle cifre. E così, una volta aperto il varco, altri giocatori hanno seguito la stessa strada percorsa dai colleghi.
Gli anni successivi hanno visto ripetersi situazioni simili, anche in altri continenti. Dopo la Cina, anche il campionato saudita ha puntato su un modello simile. Sono arrivate offerte irrinunciabili per giocatori già affermati in Europa, spostando così l’asse economico del calcio.
Il dibattito
Il dibattito non ha mai perso di intensità: meglio restare nei top club europei rinunciando a stipendi milionari, o accettare destinazioni lontane per mettere al sicuro il futuro? È una domanda che ha diviso appassionati, opinionisti e addetti ai lavori, alimentando opinioni contrastanti.
Per alcuni si tratta di un tradimento nei confronti del calcio che conta, per altri è invece un atto di pragmatismo viste le cifre faraoniche. Non tutti, infatti, hanno le stesse possibilità economiche o la stessa prospettiva di carriera. Ogni calciatore ha una propria storia e priorità differenti.

L’identità
Oscar fu il primo a compiere quel passo clamoroso. Nel 2017 lasciò il Chelsea per trasferirsi allo Shanghai, aprendo la strada a una lunga serie di operazioni simili. “La Cina ha potere finanziario e fa offerte che i giocatori non possono rifiutare”, spiegò all’epoca.
Lui stesso raccontò di provenire da un contesto poverissimo in Brasile e di aver pensato soprattutto alla sua famiglia. “Non mi interessa se andrò ai Mondiali o no. Non voglio diventare povero da vecchio e vivere di ricordi”. Queste le parole riportata dalla pagina Instagram il ragazzoconunpallone.
